mercoledì 30 aprile 2008
Filossera
Genere di Insetti Emitteri degli Afidi (Phylloxera) cui appartiene la Philloxera vastatrix, o fillossera della vite (nei sistemi moderni: Peritymbia vitisfolii). Originaria del Nord America, e ontrodotta in Francia intorno al 1860 con vitigni da la importati, ha arrecato notevoli danni ai vigneti europei. La filossera ha una metamorfosi che passa attraverso stradi vari e complicati. Si è, osservato, tuttavia, che le viti americane sono più resistenti e quindi, spesso, per difendersi dalla filossera si innestano le vite europee su barbatelle americane. Sono stati sperimentati anche altri metodi, quali le inniezioni di solfuro di carbonio nel terreno (ma in tale modo si provoca la distruzione delle piante circostanti). Nek 1888 l'Italia ha aderito alla convenzione di Berna, che organizza e disciplina la lotta antifilosserica.
venerdì 25 aprile 2008
Falchi
Uccelli rapaci diurni dell'ordine Accipitriformi, famiglia dei Falconidi. Hanno corpo tozzo, becco uncinato e zampe robuste con forti artigli. Assalgono a volo la preda. Se ne conoscono circa 60 specie. Si dà il nome di falconi alle specie di maggiori dimensioni. Il falcone (Falco peregrinus), oggi rarissimo, era molto usato nella caccia durante il Medio Evo. Altre specie sono il girifalco (falchi rusticulus), lo smeriglio (falco aesaton), il gheppio (falco linnunculus), ecc.
martedì 22 aprile 2008
Entomologia insetti
Branca della zoologia che studia gli Insetti, in riferimento alla loro classificazione ed alle molteplici relazioni, utili o dannose, che hanno con l'uomo. L'entomologia ha varie applicazioni pratiche nel campo medico ed agrario. Rami speciali dell'entomologia sono l'apicoltura e la bachicoltura. Le prime notizie scientifiche sugli insetti le troviamo nell'opera di Aristotele che ne studiò la metamorfosi. Nel Rinascimento scientifico si ebbero alcuni tentativi di classificazione ed alcune descrizioni. La nascita dell'entomologia come scienza si ha con Federico Cesi e Malpighi che furono tra i primi ad esaminare gli insetti al microscopio, mentre il Redi ne studiò con classiche esperienze la generazione. La riforma della classificazione attuata dal Linneo segna una nuova tappa nello studio dell'entomologia, che si è anche giovato delle volgarizzazioni dei Fabre. In età contemporanea ha assunto particolare importanza l'entomologia applicata, soprattutto nella difesa dagli insetti portatori di malattie, con il Grassi e il Berlese.
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lunedì 21 aprile 2008
Il dobermann
Il dobermann è una razza prodotta dall'allevamento tedesco. E' di taglia media, robusto e muscoloso. Grazie alle eleganti linee del suo corpo al suo portamento fiero ed eretto, al suo carattere pieno di temperamento, allo sguardo dall'espressione decisa, il dobermann corrisponde alla ideale figura di un cane dell'anatomia regolare.
Il suo colore è il nero, il marrone ed il blu con le rosse focature caratteristiche, il eplo è corto e lucente. Il pelo corto lo rende un gradito coinquilino. Egli è inoltre apprezzato per la incondizionata fedeltà verso il suo padrone e per l'incorruttibilità nei confronti degli estranei. Coraggio, equilibrio pschico (saldezza nervosa) e vigilanza sono altre sue qualità.
In base alla sue intelligenza, alla sue naturale acutezza e al suo ottimo olfatto, alla sua voglia di lavorare, al suo piacere al lavoro e alla sua obbedienza esso è adatto ad essere preparato e ben addestrato. Esso, quindi, si presta ad essere un cane da casa, da guardia, da compagnia, da difesa.
Il suo colore è il nero, il marrone ed il blu con le rosse focature caratteristiche, il eplo è corto e lucente. Il pelo corto lo rende un gradito coinquilino. Egli è inoltre apprezzato per la incondizionata fedeltà verso il suo padrone e per l'incorruttibilità nei confronti degli estranei. Coraggio, equilibrio pschico (saldezza nervosa) e vigilanza sono altre sue qualità.
In base alla sue intelligenza, alla sue naturale acutezza e al suo ottimo olfatto, alla sua voglia di lavorare, al suo piacere al lavoro e alla sua obbedienza esso è adatto ad essere preparato e ben addestrato. Esso, quindi, si presta ad essere un cane da casa, da guardia, da compagnia, da difesa.
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sabato 19 aprile 2008
Elefante africano indiano
Mammifero proboscidato dell'ord. degli Ungulati, che comprende le due specie Elephas indicus (Elefante indiano o asiatico) e Loxodonta africana (elefante africano). L'elefante indiano si differenzia da quello africano per la minore mole, le zanne più brevi, le orecchie più piccole. Ha 5 zoccoli alle zampe anteriori e 4 alle posteriori (nell'elefante africano sono rispettivamente 4 e 3). Vive principalmente in India, in Birmania e nella Malesia. L'elefante indiano può essere addomesticato, e rende all'uomo preziosi servigi perchè capace di sollevare grossi pesi con la proboscide. Una varietà dell'elefante indiano, dalla pelle molto chiara (l'È. albino o bianco) è considerato animale sacro nel Siam. L'elefante africano raggiunge anche i 5 m. di altezza; le zanne possono pesare fino a 100 kg. Abita l'Africa centro-meridionale, e non è addomesticabile; è in via di estinzione per la caccia spietata di cui è fatto oggetto, soprattutto per l'avorio delle zanne. L'elefante è completamente sviluppato solo a 30 anni. Allo stato libero vive fino a 150 anni. È un'animale timido e attacca gli altri animali o l'uomo solo per difendersi. È erbivoro e predilige i luoghi boscosi, ricchi di acque. Nell'antichità, gli elefanti indiani vennero impiega*' in Sierra. Alessandro Magno ne riportò circa 200 dalle sue spedizioni in India; contro i Romani li impiegarono Pirro, poi Annibale, e, per l'ultima volta, il re numida Giuba contro Giulio Cesare.
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lunedì 14 aprile 2008
Delfino
Mammifero della famiglia Delfinidi, Cetacei Odontoceti (Delphinus delphis). Comune in tutti i mari, ha corpo snello lungo fino a 2 metri, capo aguzzo con piccoli occhi e narici a sfiatatoio. Ha 2 pinne pettorali che fungono da estremita' anteriori, e una dorsale, che e' in effetti un'espansione cutanea. In branchi numerosi i delfino si avvicinano alle coste, o seguono le navi per cibarsi dei rifiuti che ne vengono gettati. Dal grasso del delfino si ricava un olio che e' utilizzato come ottimo lubrificante.
domenica 13 aprile 2008
Cetrioli mare oloturoidi oloturoidei
Gli Oloturoidi od Oloturoidei, detti anche cetrioli di mare, sono Echinodermi di forma allungata, cilindrica, con apertura boccale ed anale alle opposte estremità del corpo e con una corona di tentacoli circondante la bocca. Sono privi di braccia; presentano 5 solchi ambuìacrali con pedicelli talora assenti. Manca, o comunque è pochissimo sviluppato, il seno assile.
Caratteristiche esterne. La forma del corpo è tipicamente cilindrica, a forma di barilotto o vermiforme, spesso con tentacoli di varia forma o dimensione nella regione buccale. Esternamente è possibile vedere la simmetria pentaradiale dalla presenza di 5 ambulacri portanti i pedicelli. Molte Oloturie, però, che strisciano sul fondo su di un lato del corpo, mostrano una simmetria bilaterale più o meno pronunciata. Presentano infatti una superficie appiattita ventrale, detta suola, portante i pedicelli ambuìacrali, molto diversa quindi dalla superficie opposta dorsale munita di rilievi e di papille. Si può distinguere un bivio costituito da due ambulacri, fra i quali si trovano la gonade e Yidroporo, dorsali nelle forme appiattite, e un trivio costituito dagli altri 3 ambulacri che si trovano in posizione ventrale. I pedicelli contengono ciascuno un ramo del canale ambulacrale e terminano in una espansione cava che funziona da ventosa. In certe specie possono disporsi in 5 doppie serie eguali dall'apertura boccale a quella anale in corrispondenza dei 5 solchi ambuìacrali; possono anche trovarsi sparsi sulla superficie del corpo, od essere totalmente assenti, come si verifica negli Apodi.
Caratteristiche esterne. La forma del corpo è tipicamente cilindrica, a forma di barilotto o vermiforme, spesso con tentacoli di varia forma o dimensione nella regione buccale. Esternamente è possibile vedere la simmetria pentaradiale dalla presenza di 5 ambulacri portanti i pedicelli. Molte Oloturie, però, che strisciano sul fondo su di un lato del corpo, mostrano una simmetria bilaterale più o meno pronunciata. Presentano infatti una superficie appiattita ventrale, detta suola, portante i pedicelli ambuìacrali, molto diversa quindi dalla superficie opposta dorsale munita di rilievi e di papille. Si può distinguere un bivio costituito da due ambulacri, fra i quali si trovano la gonade e Yidroporo, dorsali nelle forme appiattite, e un trivio costituito dagli altri 3 ambulacri che si trovano in posizione ventrale. I pedicelli contengono ciascuno un ramo del canale ambulacrale e terminano in una espansione cava che funziona da ventosa. In certe specie possono disporsi in 5 doppie serie eguali dall'apertura boccale a quella anale in corrispondenza dei 5 solchi ambuìacrali; possono anche trovarsi sparsi sulla superficie del corpo, od essere totalmente assenti, come si verifica negli Apodi.
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Ricci di mare echinoidei o echinoidi
Gli Echinoidi, od Echinoidei, detti ricci di mare, hanno forma sferoidale, ovale o discoidale, con la superficie orale in basso, rivestiti di spine mobili impiantate su di un endo-scheletro formato da placche calcaree incastrate immobilmente le une con le altre.
Caratteristiche esterne. Gli Echinoidi vengono suddivisi in due gruppi principali: Regolari e Irregolari.
I primi, che sono i caratteristici ricci di mare, hanno forme globose od ovoidali e sono ricoperti di spine robuste la cui lunghezza varia secondo le specie. Oltre alle spine si notano sulla superficie esterna 5 doppie file di pedicelli, che si estendono dalla regione orale a quella apicale in perfetta simmetria pentaradiata. I pedicelli delimitano così 5 aree ambulacrali fra le quali si trovano le 5 aree interambulacrali, di solito più ampie di quelle ambulacrali. Sia le spine sia i pedicelli vengono usati dall'animale per la locomozione.
Nel centro della superfìcie orale si trova la bocca, circondata da un'area membranosa, il peristoma, che porta in prossimità dell'apertura buccale 5 paia di pedicelli corti, di solito privi di ventosa, e disposti a circolo, probabilmente di natura chemiorecettiva, che sono detti pedicelli buccoli o tentacoli orali. Tali pedicelli sono impiantati in placchette calcaree immerse nella membrana peristomale. La superficie del peristoma può essere più o meno nuda, ma di solito è provvista di piccole spine e pedicellarie. Al margine esterno del peristoma, nelle aree interambulacrali, si originano 5 paia di strutture cespugliose dette branchie, presumibilmente con funzione respiratoria. Tali formazioni, ed i pedicelli buccali, mancano nei Cidaridi.
Anche al polo aborale vi è un'area membranosa, il peri-procto, che di solito contiene placche scheletriche comunemente provviste di piccole spine e pedicellarie. L'ano è situato nel periprocto, in posizione centrale, oppure in posizione eccentrica. La parete del corpo è formata da placche incastonate immobilmente le une fra le altre, con l'eccezione di alcune specie. Le placche, che formano quindi un endoscheletro continuo, detto teca, sostengono le spine. L'asse di simmetria è compreso fra la bocca e il centro del periprocto.
Caratteristiche esterne. Gli Echinoidi vengono suddivisi in due gruppi principali: Regolari e Irregolari.
I primi, che sono i caratteristici ricci di mare, hanno forme globose od ovoidali e sono ricoperti di spine robuste la cui lunghezza varia secondo le specie. Oltre alle spine si notano sulla superficie esterna 5 doppie file di pedicelli, che si estendono dalla regione orale a quella apicale in perfetta simmetria pentaradiata. I pedicelli delimitano così 5 aree ambulacrali fra le quali si trovano le 5 aree interambulacrali, di solito più ampie di quelle ambulacrali. Sia le spine sia i pedicelli vengono usati dall'animale per la locomozione.
Nel centro della superfìcie orale si trova la bocca, circondata da un'area membranosa, il peristoma, che porta in prossimità dell'apertura buccale 5 paia di pedicelli corti, di solito privi di ventosa, e disposti a circolo, probabilmente di natura chemiorecettiva, che sono detti pedicelli buccoli o tentacoli orali. Tali pedicelli sono impiantati in placchette calcaree immerse nella membrana peristomale. La superficie del peristoma può essere più o meno nuda, ma di solito è provvista di piccole spine e pedicellarie. Al margine esterno del peristoma, nelle aree interambulacrali, si originano 5 paia di strutture cespugliose dette branchie, presumibilmente con funzione respiratoria. Tali formazioni, ed i pedicelli buccali, mancano nei Cidaridi.
Anche al polo aborale vi è un'area membranosa, il peri-procto, che di solito contiene placche scheletriche comunemente provviste di piccole spine e pedicellarie. L'ano è situato nel periprocto, in posizione centrale, oppure in posizione eccentrica. La parete del corpo è formata da placche incastonate immobilmente le une fra le altre, con l'eccezione di alcune specie. Le placche, che formano quindi un endoscheletro continuo, detto teca, sostengono le spine. L'asse di simmetria è compreso fra la bocca e il centro del periprocto.
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Molluschi Selenogastri aplacofori
Questi Molluschi, detti pure Aplacofori (per alcuni Autori, una classe), non superano i 2 cm di lunghezza, hanno aspetto vermiforme cilindrico ed una colorazione giallastra. Sono privi di conchiglia, ma con mantello ben sviluppato, che secerne spicole calcaree. Il piede è estremamente ridotto o addirittura mancante. Nelle forme in cui è presente consiste in una sottile piega longitudinale che inizia da una fossetta ciliata postbuccale e che corre lungo la faccia ventrale in un solco formato dalle pieghe palleali laterali che si avvicinano ventralmente. Le specie del genere Chaetoderma, che mancano di piede, presentano il corpo cilindrico, completamente rivestito dal mantello. La bocca, situata all'estremità anteriore, può essere munita o no di radula; l'ano si apre in una cavità cloacale posteriore.
Insetti farfalle lepidotteri
I Lepidotteri (dal greco sono uno dei cinque ordini più vasti della classe degli Insetti; non esiste alcun conteggio completo delle specie note, ma si stima che fino ad oggi ne siano state descritte circa 120 000. Essi vivono pressoché in ogni ambiente ove esistono piante, essendo nella generalità fitofagi allo stato di larva. Il maggior numero di specie di Lepidotteri si rinviene nelle regioni tropicali, tuttavia certe entità possono raggiungere anche le regioni dell'estremo nord, mentre altre si rinvengono sui massicci montuosi anche a notevoli altitudini (fino a 6000 m sull'Himalaia).
Le caratteristiche principali dell'ordine consistono nelle ali ricoperte da squamette embricate (cui si debbono i colori spesso smaglianti di molte specie, nonché i disegni) e nell'apparato boccale succhiatore di costituzione particolare.
Presentano metamorfosi completa (olometaboli) con larve generalmente polipode cruciformi.
Sono Insetti terrestri (solo poche specie sono acquaiole od acquatiche) ed hanno dimensioni (apertura alare) che possono oscillare dai 3 mm circa di alcune Nepticula ad oltre 300 mm di certi Papilionidi (Ornithoptera).
Le caratteristiche principali dell'ordine consistono nelle ali ricoperte da squamette embricate (cui si debbono i colori spesso smaglianti di molte specie, nonché i disegni) e nell'apparato boccale succhiatore di costituzione particolare.
Presentano metamorfosi completa (olometaboli) con larve generalmente polipode cruciformi.
Sono Insetti terrestri (solo poche specie sono acquaiole od acquatiche) ed hanno dimensioni (apertura alare) che possono oscillare dai 3 mm circa di alcune Nepticula ad oltre 300 mm di certi Papilionidi (Ornithoptera).
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Migrazione delle cavallette
Gregarismo e migrazione delle cavallette
E' ben noto fin dalla più remota antichità che determinate specie di cavallette ad un certo momento formano sciami costituiti da un numero sterminato di individui che si spostano al suolo se si tratta di neanidi e ninfe, al volo se si tratta di adulti, compiendo, per effetto del loro numero e della loro voracità, distruzioni disastrose della vegetazione e provocando danni gravissimi alle colture. Il fenomeno biologico, proprio degli Acridoidei, è stato compreso in grandi linee nella sua genesi e nella sua estrinsecazione soltanto in questi ultimi quaranta anni, da quando cioè il noto acridiologo B. P. Uvarov enunciò la sua « teoria delle fasi », mostrando che gli individui delle specie migratrici in determinati periodi manifestano, fin dallo stadio di neanide, la tendenza ad aggregarsi in grandissimo numero e che il passaggio dalla fase solitaria a quella gregaria ha luogo con gradualità, accompagnata da apprezzabili mutamenti morfologici, cromatici, fisiologici ed etologici, che possono attuarsi anche attraverso più generazioni. Tali mutamenti in certe specie sono tanto significativi che prima della scoperta della esistenza di questo tipo di polimorfismo le due fasi estreme di ciascuna specie venivano considerate come due specie diverse, una migratrice e l'altra no.
I numerosi studi condotti a tale proposito hanno permesso di stabilire che molte specie di Ortotteri hanno la tendenza al gregarismo e che questo si manifesta con vari gradi di intensità, sfociando nella migrazione soltanto in un numero limitato di specie di Acridoidei: Locusta migratoria (Europa, Asia, Africa tropicale), Schistocerca gregaria (Africa, Asia occ), Schistocerca paranensis (America meridionale), Locusta pardalina (Africa meridionale), Nomadacris septemj'asciata (Africa centrale), Melanoplus mexicanus (America centrale).
In Italia esistono due specie di cavallette con elevato istinto gregario ma che non compiono che limitate migrazioni e soltanto al suolo, anche da adulte: esse sono il Calliptamus italicus ed il Dociostaurus maroccanus, alle quali si può aggiungere la Locusta migratoria che da noi non raggiunge mai completamente la fase gregaria. Ciononostante i danni che esse producono, specialmente nell'Italia meridionale, Sicilia e Sardegna, sono molto rilevanti.
E' ben noto fin dalla più remota antichità che determinate specie di cavallette ad un certo momento formano sciami costituiti da un numero sterminato di individui che si spostano al suolo se si tratta di neanidi e ninfe, al volo se si tratta di adulti, compiendo, per effetto del loro numero e della loro voracità, distruzioni disastrose della vegetazione e provocando danni gravissimi alle colture. Il fenomeno biologico, proprio degli Acridoidei, è stato compreso in grandi linee nella sua genesi e nella sua estrinsecazione soltanto in questi ultimi quaranta anni, da quando cioè il noto acridiologo B. P. Uvarov enunciò la sua « teoria delle fasi », mostrando che gli individui delle specie migratrici in determinati periodi manifestano, fin dallo stadio di neanide, la tendenza ad aggregarsi in grandissimo numero e che il passaggio dalla fase solitaria a quella gregaria ha luogo con gradualità, accompagnata da apprezzabili mutamenti morfologici, cromatici, fisiologici ed etologici, che possono attuarsi anche attraverso più generazioni. Tali mutamenti in certe specie sono tanto significativi che prima della scoperta della esistenza di questo tipo di polimorfismo le due fasi estreme di ciascuna specie venivano considerate come due specie diverse, una migratrice e l'altra no.
I numerosi studi condotti a tale proposito hanno permesso di stabilire che molte specie di Ortotteri hanno la tendenza al gregarismo e che questo si manifesta con vari gradi di intensità, sfociando nella migrazione soltanto in un numero limitato di specie di Acridoidei: Locusta migratoria (Europa, Asia, Africa tropicale), Schistocerca gregaria (Africa, Asia occ), Schistocerca paranensis (America meridionale), Locusta pardalina (Africa meridionale), Nomadacris septemj'asciata (Africa centrale), Melanoplus mexicanus (America centrale).
In Italia esistono due specie di cavallette con elevato istinto gregario ma che non compiono che limitate migrazioni e soltanto al suolo, anche da adulte: esse sono il Calliptamus italicus ed il Dociostaurus maroccanus, alle quali si può aggiungere la Locusta migratoria che da noi non raggiunge mai completamente la fase gregaria. Ciononostante i danni che esse producono, specialmente nell'Italia meridionale, Sicilia e Sardegna, sono molto rilevanti.
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Insetti Blattodei
E' un ordine di insetti Pterigoti di antica origine, molto primitivo, che fino ad oggi si è poco diversificato, mantenendosi abbastanza omogeneo nelle sue caratteristiche: esso comprende le specie note comunemente come « scarafaggi », alcune delle quali, legate all'uomo, si sono diffuse ovunque divenendo cosmopolite. Ma oltre a queste, soprattutto nelle regioni subtropicali e tropicali, esistono numerosissime specie che vivono nei cespugli, nella lettiera di foglie secche che ricopre il suolo delle foreste, sotto i sassi. Molte specie sono capaci di volare e compiono brevi voli soprattutto di notte ed al crepuscolo; tali abitudini di vita sono dovute al fatto che si tratta di specie lucifughe e per la maggior parte igrofile.
Anche la forma generale del corpo, fortemente depressa ed il capo, tenuto ripiegato e nascosto sotto il pronoto, nonché la cuticola liscia priva di rilievi, rappresentano adattamenti a tale genere di vita. Alcune specie attere, come alcuni Perisferidi, sono capaci di appallottolarsi come fanno alcuni Isopodi terrestri ed i Glo-meridi. Anche i colori sono generalmente poco vivaci, da ocraceo a bruno o nero, ma non mancano specie o totalmente bianche, o con colori molto accesi, perfino metallici, e con disegni ben contrastati.
Le specie sono di norma di medie e grandi dimensioni, da 3 mm a 10 cm: le specie più grandi sono le Mega-lolabatta dell'America centrale.
Anche la forma generale del corpo, fortemente depressa ed il capo, tenuto ripiegato e nascosto sotto il pronoto, nonché la cuticola liscia priva di rilievi, rappresentano adattamenti a tale genere di vita. Alcune specie attere, come alcuni Perisferidi, sono capaci di appallottolarsi come fanno alcuni Isopodi terrestri ed i Glo-meridi. Anche i colori sono generalmente poco vivaci, da ocraceo a bruno o nero, ma non mancano specie o totalmente bianche, o con colori molto accesi, perfino metallici, e con disegni ben contrastati.
Le specie sono di norma di medie e grandi dimensioni, da 3 mm a 10 cm: le specie più grandi sono le Mega-lolabatta dell'America centrale.
Insetti oligoentomati
Comprende soltanto un ordine (Collemboli) ed è costituita da specie primitivamente attere, con addome di 6 segmenti e provvisto di 3 appendici che non hanno funzioni connesse con la riproduzione. Le uova sono telolecitiche e la segmentazione, caso unico tra gli Insetti, è di tipo combinato, vale a dire comincia come nelle uova oloblastiche e prosegue superficiale. Insetti ametaboli che presentano mute anche dopo aver raggiunto lo stato adulto.
Alcuni Autori, partendo dal principio che, fra gli Artropodi, la presenza di 6 zampe non è sufficiente per classificare il gruppo tra gli Insetti, e che i Collemboli hanno diversi punti di contatto con i Chilopodi, elevano a classe la sottoclasse degli Oligoentomati, come pure quelle successive dei Mirientomati e dei Polientomati, ma tale modo di vedere non è accettato dalla maggioranza degli entomologi.
Alcuni Autori, partendo dal principio che, fra gli Artropodi, la presenza di 6 zampe non è sufficiente per classificare il gruppo tra gli Insetti, e che i Collemboli hanno diversi punti di contatto con i Chilopodi, elevano a classe la sottoclasse degli Oligoentomati, come pure quelle successive dei Mirientomati e dei Polientomati, ma tale modo di vedere non è accettato dalla maggioranza degli entomologi.
sabato 12 aprile 2008
Cucolo
Uccello rampicante dei Cuculidi (Cuculus canorus) dal corpo snello, lunga coda, di colore azzurro-cinerino superiormente e grigio sul ventre. Dal grido caratteristico (« cu-cu »), ripetuto a intervalli, gli e' derivato per onomatopea il nome. La femmina depone (4-6 volte l'anno) un uovo nel nido di altri uccelli insettivori. Il piccolo viene covato da questi, si nutre del loro cibo, poi scaccia gli ospiti e viene portato via dalla madre che frattanto ha ininterrottamente sorvegliato il suo sviluppo. E' uccello utile all'agricoltura perche' si ciba di bruchi e insetti dannosi.
giovedì 10 aprile 2008
Corvo
Genere di robusti Uccelli Passeracei, con piedi e becco scuri; comprende una decina di specie sparse ovunque. Il piu' grosso e' il corvo imperiale (Corvus corax), lungo circa 70 cm. e dal corpo completamente nero con riflessi violacei. Comuni in Europa (soprattutto in Sardegna) e nell'Asia settentrionale, i corvi vivono a coppie o in colonie nidificando nelle fessure delle rocce, o sugli alberi. Il piu' piccolo e' il corvo comune (corvo frugilegus). Ai corvi si attribuisce una innata furbizia; si nutrono generalmente di carne, ma anche di frutta e legumi, per cui sono considerati dannosi all'agricoltura.
martedì 8 aprile 2008
Cammello
Genere di mammiferi ruminanti della famiglia dei Camelidi. Ha pelo ruvido e lungo che si rinnova ogni anno, collo lungo e flessibile, piedi con due dita poggiati su una robusta suola. E' alto al garrese sui metri 2,30. E' molto resistente alla fatica ed alla sete (può restare fino a 3-4 giorni senza bere), per cui rende utili servizi all'uomo soprattutto nei deserti asiatici. Comprende due
specie: il cammello a due gobbe sul dorso (Camelus bactrianus), diffuso in Asia, e il cammello a una sola gobba, il dromedario.
specie: il cammello a due gobbe sul dorso (Camelus bactrianus), diffuso in Asia, e il cammello a una sola gobba, il dromedario.
Camaleonte
Ha capo poliedrico, dita prensili. Muove gli occhi l'uno indipendentemente dall'altro. Ha una lingua protrattile che proietta rapidissimamente sulla preda catturandola per mezzo di una secrezione vischiosa. Muta colore secondo l'ambiente (mimetismo). Vive nei paesi caldi (Africa settentrionale, Asia anteriore, Spagna meridionale) e comprende circa 80 specie, tra cui e' frequente nelle coste del Mediterraneo il camaleonte vulgaris.
lunedì 7 aprile 2008
Bufalo
Genere di mammiferi ruminanti e cavicorni {(bufalo), della sottofamiglia dei bovini. Il bufalo ha testa piu' tozza di quella del bue, fronte molto convessa e piccola giogaia. Ha un pelame bruno-rossiccio. La specie africana e' la piu' battagliera e la piu' pericolosa. Ve ne e' pero', anche una specie domestica di origine indiana, che da' carne e latte pregiati. Quest'ultima si alleva in Turchia, nella Penisola balcanica, in Ungheria e in Italia, dove fu importata dai Longobardi.
Bue
Gruppo di mammiferi ruminanti della famiglia dei Bovidi comprendente tre specie estinte (Bos primige-nius, Bos brachyceros e Bos front osus) e una specie vivente: Bos taurus. Propriamente e' detto bue il bue domestico che viene castrato affinché sia piu' docile nel lavoro dei campi ed ingrassi con maggiore facilita' se destinato alla macellazione. Ha corpo poderóso, testa grossa con corna cave, lisce, piu' o meno divergenti ed arcuate e di sviluppo piu' o meno grande a seconda delle razze; zampe piuttosto corte terminanti in quattro zoccoli di cui i due posteriori, atrofizzati, non basano per terra; giogaia sul collo e coda terminante in ciuffo seta loso. Ha pelame corto che varia dal bianco al bruno al nero pezzato, al grigio. Da giovane si dice vitello, da adulto se non castrato si dice toro. La femmina (vacca) e' alquanto piu' piccola, con corna e giogo molto meno sviluppati e produce grandi quantita' di latte. Tanto il bue quanto la vacca sono gli animali piu' preziosi per l'uomo; da essi si ricavano il latte la carne, la pelle e perfino i tendini ed il letame. Le numerosissime razze esistenti nel mondo appartengono tutte alla stessa specie e discendono in linea diretta dalie tre specie selvatiche estinte. Si possono comunque dividere a seconda dello scopo per cui vengono allevate, in animali da carne e da latte: valdostana, pezzata rossa austriaca, frisona, bretone; da carne e da lavoro: maremmana, charolaise, marchigiana, romagnola, pugliese, chianina, siciliana, modenese, piemontese; da latte: svizzera pezzata, alpina; da carne: reggiana, durham, devonshire, hereford. Secondo talune classificazioni, farebbero parte del gruppo dei Buoi anche il Gayal, il Yak e lo Zebu' (Bos indicus).
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