martedì 30 settembre 2008
Grillo canterino
Genere di insetti ortotteri della famiglia Grillidi (Gryllus), di medie dimensioni, di colore per lo più bruno, dotati di antenne filiformi e zampe che permettono loro lunghi salti. Il canto caratteristico del grillo è prodotto da un apposito organo stridulatore situato sulle elitre soltanto nei maschi. Vivono nelle regioni calde e asciutte, cibandosi soprattutto di vegetali. Tra le specie più comuni in Italia sono il grillo canterino.
mercoledì 17 settembre 2008
Uccello: Palamedea
Uccello trampoliere (Palamedea cornuta), diffuso nell'America meridionale. Ha piumaggio di color fulvo con riflessi olivastri e fasce nere sui fianchi con addome grigiastro. Le zampe sono piùttosto tozze, sul capo porta un sottile corno di sostanza cartilaginea e le ali sono armate di 2 robusti speroni. Abita lungo i fiumi o nei canneti e si nutre di insetti e di pesci.
mercoledì 20 agosto 2008
Mammifero dei Roditori Istriciformi: Paca
Mammifero dei Roditori Istriciformi (Coelogenys paca), di grosse dimensioni. Ha pelame bruno, rigato sui fianchi da 5 serie di macchiette chiare; testa grossa munita di due capaci sacche guanciali. Vive nelle foreste della Columbia e del Brasile, dove viene cacciato per la pelliccia (di poco pregio) e per la carne commestibile. Ha abitudini notturne, è buon arrampicatore e si nutre di radici e di frutta.
martedì 19 agosto 2008
Mollusco Lamellibranco: ostrica
Mollusco Lamellibranco (Ostrea edulis), della famiglia Ostreidae. E' dotato di conchiglia formata da una valva piatta e da una concava, entrambe ruvide e di colore scuro all'esterno, bianche e lisce internamente. L'animale ha 4 branchie costituite da laminette ed un piede piuttosto piccolo. L'ostrica è diffusa soprattutto lungo le coste dell'Atlantico e del Mediterraneo e vive aggrappata agli scogli a poca profondità; si nutre di pianticelle e di larve microscopiche e depone fino a un milione di uova. Anche note sono le ostriche del genere Gryphaea, gustosi frutti di mare, ma più ricercate sono le ostriche del genere Meleagrina (appartenenti alla famiglia delle Aviculiade) proprie dei mari caldi, dove sono pescate per le perle.
domenica 27 luglio 2008
Gambero
Denominazione di varie specie di Crostacei Decapodi Macruri, caratterizzati da un primo paio di zampe terminanti a robuste pinze (chele). Nei fiumi europei è diffuso l'Astacus fluviatilis, commestibile, non molto frequente in Italia. Il gambero di mare (Homarus vulgaris), diffuso sulle coste europee e dell'America settentrionale, è di solito, più grosso di quello di fiume, è anch'esso commestibile.
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mercoledì 23 luglio 2008
Fagiano
Uccello dell'ordine dei Gallinacei. Comprende numerose varietà di piumaggio dai colori smaglianti lunga coda e due corti ciuffetti in testa al maschio; colori modesti, mancanza di ciuffetti e coda breve nella femmina. Selvaggina pregiatissima, il fagiano è raro allo stato libero; si alleva nelle riserve di caccia. Si ciba di insetti, gemme, larve di formiche.
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martedì 22 luglio 2008
Mollusco: Calamaro
Nome comune attribuito ai Molluschi Cefalopodi del genere Loligo, appartenente all'ordine dei Decapodi e alla famiglia dei Loliginidi. Tale nome comune si riferisce alla capacità che i calamari hanno di emettere (a scopo difensivo) un liquido nerastro simile all'inchiostro. La specie più nota è Loligo vulgaris o calamaro comune. Ha corpo allungato, snello, con due larghe pinne laterali, utilizzate per il nuoto, ed è provvista di una conchiglia cornea interna, simile a una penna. Può misurare in lunghezza 1,20 metri, compresi i tentacoli. Buon nuotatore, vive nel Mediterraneo e nell'Atlantico, nella zona litoranea, vicino al fondo.
lunedì 21 luglio 2008
Caimano
Genere di rettili di notevoli dimensioni (anche 4 metri di lunghezza), di abitudini anfibe. Appartiene all'ordine dei coccodrilli e alla famiglia dei coccodrillidi; differisce dal coccodrillo principalemente per la forma del muso, che è maggiormente appuntito. Abita nei fiumi dell'America meridionale e centrale: la specie più nota è Caiman sclerops.
giovedì 17 luglio 2008
Pappagallo: Cacatua
Pappagallo appartenente alla famiglia dei Psittacidi. La livra è formata da piume di colore molto variabile e generalemente rosa, nero, bianco; il capo è ornato da ciuffo di penne erettile variopinto. Vive nella Nuova Zelanda e in Australia. La specie più nota è il cacatua bianco dotato di ciuffo giallo sul capo. Viene facilemnte elevato in cattività e può essere addestrato a imitare la voce umana.
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giovedì 5 giugno 2008
Betta pesce combattente
Pesce teleosteo appartenente alla famiglia degli Anabanditi, noto anche come "pesce combattente". Sono pesciolini lunghi 5-6 centimetri con caratteristiche (pinne e le ventrali) lunghissime e fluttuanti; il loro colore generalmente bruno o verdastro in ambiente naturale, cambia notevolmente quando si incontrano due individui di sesso maschile: tronco capo e pinne diventano azzurri o anche rossi, le pinne vengono spiegate, gli opercoli sollevati, e questo atteggiamento prelude alla lotta furiosa che sostengono i due maschi, talvolta sino alla morte. Le bette vivono nelle acque dolci della Thailandia, della Malacca e delle isole della Sonda; vengono allevate in acquario a scopo ornamentale.
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martedì 27 maggio 2008
Caimano alligatore coccodrillo
Il caimano fa parte della famiglia degli alligatori, appartiene all'ordine dei coccodrilli, il caimano nero è l'animale più felino dell'Amazzonia. La sua coda permette movimenti forti e la sua mascella è potente. Il corpo lateralmente mostra delle parti gialle e bianche. E' composto da parti marroni sulla mascella. Il caimano può giungere i 6 metri di lunghezza. Il caimano nero nella stagione calda è costretto a ritirarsi nei laghi e nei fiumi e nel periodo delle piogge si ritira nel Rio delle Amazzoni. Questi animali per capirsi tra di loro fanno una specie di lamento. Nel frattempo la femmina prepara il nido per deporre le uova, non ci si allontana se non passano tre mesi, il tempo di incubazione dei camani soprattutto il tempo è bello. I piccoli caimani si nutrono di insetti e di crostacei e invece quelli più grandi si nutrono di pesci e di molluschi.
domenica 25 maggio 2008
Pecora ariete capra muflone
Maschio della pecora. Le pecore, come del resto anche le capre, furono addomesticate in un'epoca molto lontana (preistorica) e derivano probabilmente da più forme selvatiche quali il muflone, Targali, l'urial. Esse tendono a rimanere in branco ma non hanno una dinamica sociale particolarmente interessante. Un vecchio ariete generalmente ne guida i movimenti.
sabato 24 maggio 2008
Toporagno, animale, topo
I toporagni sono tra gli animali più numerosi del mondo. Costituiscono la quarta famiglia di Mammiferi dopo i topi, ratti, scoiattoli e pipistrelli comuni, e sono suddivisi in 240 specie. Hanno il naso appuntito le zampe corte e una lunga coda, che li fanno assomigliare ai topi; non sono mai più lunghi di 20 cm e pesano non più di 35 g; sono coperti di pelo corto, grigio o marrone e sono per lo più terricoli. I toporagni che vivono ai Tropici si riproducono durante tutto l'anno mentre quelli del climi temperati di solito si riproducono tra marzo e ottobre. Vivono in tutto il mondo, tranne nell'Australia, la Nuova Zelanda, la Nuova Guinea, le regioni polari, l'America del Sud sotto l'Equatore e il deserto del Sahara.
venerdì 23 maggio 2008
Classe di Artropodi: aracnidi
Classe di Artropodi cui appartengono i ragni, gli scorpioni, gli acari; sono privi di antenne e possiedono sei paia di appendici sulla prima porzione del corpo detta prosoma; lo opistosoma o parte posteriore del corpo è per lo più privo di arti addominali. Il primo paio di appendici è rappresentato dai cheliceri (da cui il nome di Chelicerati usato per indicare aracnidi e Pantopodi) che sono in rapporto all'apertura orale e sono per lo più muniti di una chela all'estremità; il secondo paio costituisce i pedipalpi che nella maggioranza delle specie si sviluppano con chele e servono per la presa dell'alimento. Le altre quattro paia di arti hanno funzioni locomotorie; gli aracnidi si sogliono per questo distinguere dagli Insetti per le loro otto zampe contro le sei di questi ultimi.
Esiste in genere un apparato masticatore o succhiatore, l'intestino è collegato con un voluminoso epatopancreas e si suddivide in anteriore, medio e posteriore; generalmente è provvisto di diverticoli a fondo cieco. L'apparato escretore può essere rappresentato da tubi malpighiani omologhi a quelli degli Insetti o da ghiandole coxali omologhe alle ghiandole antennali e mascellari dei Crostacei. Il cuore è un vaso dorsale contrattile, la respirazione avviene per trachee e sacchi polmonari, cavità in cui la superficie è aumentata dalla presenza di numerose lamelle. Si hanno anche casi di respirazione cutanea o intestinale. Il sistema nervoso è costituito da una catena gangliare ventrale, come negli Anellidi, con raggruppamenti di varie coppie di gangli in complessi plurimetamerici, specialmente in corrispondenza della zona cefalica. Gli organi di senso comprendono recettori tattili e chimici; gli occhi sono spesso presenti in numero superiore a due e possono essere inversi o eversi.
Esiste in genere un apparato masticatore o succhiatore, l'intestino è collegato con un voluminoso epatopancreas e si suddivide in anteriore, medio e posteriore; generalmente è provvisto di diverticoli a fondo cieco. L'apparato escretore può essere rappresentato da tubi malpighiani omologhi a quelli degli Insetti o da ghiandole coxali omologhe alle ghiandole antennali e mascellari dei Crostacei. Il cuore è un vaso dorsale contrattile, la respirazione avviene per trachee e sacchi polmonari, cavità in cui la superficie è aumentata dalla presenza di numerose lamelle. Si hanno anche casi di respirazione cutanea o intestinale. Il sistema nervoso è costituito da una catena gangliare ventrale, come negli Anellidi, con raggruppamenti di varie coppie di gangli in complessi plurimetamerici, specialmente in corrispondenza della zona cefalica. Gli organi di senso comprendono recettori tattili e chimici; gli occhi sono spesso presenti in numero superiore a due e possono essere inversi o eversi.
Genere di Uccelli rapaci: aquila
Genere di Uccelli rapaci (Falconiformi) della famiglia Acctpitridi e sottofamiglia Accipitrini. Le specie più note sono: l'aquila reale (aquila chrysaètos) diffusa in tutto l'emisfero settentrionale; l'aquila rapace (aquila rapax), esemplare afro-asiatico che si rinviene raramente in Europa; l'aquila imperiale (aquila heliaca), accidentale; l'aquila anatrala maggiore (aquila clanga) e l'aquila anatraia minore (A. pomarina) dell'Europa centro-orientale hanno abitudini migratorie, svernano in Africa e nell'Asia meridionale; l'aquila audace (aquila audax) propria dell'Australia, dal piumaggio quasi nero, è un'abile cacciatrice di canguri. L'apertura alare dell'aquila raggiunge i 2 m e mezzo, mentre la lunghezza del corpo è di 80-100 cm. Il volo è lento e solenne con rari battiti d'ala. Le aquile vivono nelle regioni montane, dove costruiscono un nido in località impervie, utilizzando arbusti e radici, erica e pelame per rivestire l'interno. Solo nelle prime ore del mattino s'aggirano in cerca di cibo, che è rappresentato da lepri, pernici, piccoli roditori, rettili e talvolta anche giovani caprioli о capretti. I legami che tengono unita una coppia di aquila sono forti, tanto che lo stesso nido viene abitato per anni successivi (per questo emana sempre un intenso odore di escrementi e di rifiuti di cibo in putrefazione). La coppia di a. spesso va a caccia collaborando per la cattura delle prede, specialmente quando esistono i piccoli aquilotti da nutrire. L'a. è ormai ridotta a poche aree di rifugio che solo a stento ne ostacolano la completa estinzione: nel parco nazionale dello Stelvio è ancora possibile osservare alcuni esemplari dell'aquila reale.
Genere di Insetti Imenotteri: api
Genere di Insetti Imenotteri appartenenti alla famiglia delle Apidi; è olometabolo (larva, ninfa, insetto perfetto), con apparato boccale pungente succhiatore. Le api vivono in colonie permanenti eteromorfe, fondate sul principio della divisione del lavoro fisiologico; i diversi individui si raggruppano infatti in categorie diverse a seconda del compito da svolgere nell'ambito delle società. Caratteristiche delle operaie sono inoltre le ghiandole che secernono la cera e la borsa melaria, borsa che segue l'esofago nel tratto anteriore dell'apparato digerente dove il nettare insieme alle altre sostanze zuccherine viene trasformato mediante l'azione di enzimi, contenuti nel secreto delle ghiandole annesse, in miele. I maschi o fuchi sono tozzi, hanno occhi composti più grandi e sono privi sia di aculeo sia di organi atti alla raccolta del polline. Il nido delle api (alveare) viene in genere inserito nella cavità di tronchi o appeso agli alberi ed è costituito da strati di cera (favi) verticali, disposti in piani paralleli: l'elemento architettonico base è la cella a sezione di prisma esagonale. La dittatura nell'alveare è praticamente assoluta. I sudditi e in particolare le operaie riescono a comportarsi normalmente solo se la regina è presente; se essa viene asportata oppure muore entrano in agitazione e immediatamente scelgono una larva che verrà nutrita con la pappa reale e diverrà la nuova sovrana.
mercoledì 21 maggio 2008
Antilope cervicapra e antilope azzurra
Nome comunemente usato per indicare un gruppo di mammiferi appartenenti, per la maggior parte, alla famiglia dei Bovidi e alla sottofamiglia degli antilopidi, ove sono rappresentati da una dozzina di generi. L'antilope (antilope cervicapra), presenta nel maschio una colorazione del mantello bruno-rossiccia tendente al nero, nella femmina e nel maschio giovane fulvo-giallastra; il naso è peloso, la coda breve, gli zoccoli sono stretti e a punta; l'altezza alla spalla raggiunge gli 80 cm circa. Il maschio (e talvolta anche le femmine) hanno corna lunghe ed eleganti, di 50-70 cm circa. che rappresentano, per i cacciatori, un trofeo ambito e di non ardua accessibilità; ciò pone in grave pericolo l'esistenza di molte specie. Frequentano le zone aride dell'Africa e dell'Asia. L'antilope azzurra (Hippotra-gus leucocephalus) si è estinta fino dal 1799. L'antilope fulva di Baker (Hip-potragus equinus bakeri) è abbondante solo in Eritrea, mentre nelle regioni meridionali del continente nero va sempre più rarefacendosi. L'antilope pigarga (Daaliscus pygargus) è rarissima. Le antilopi addax (Addax nasomaculata) un tempo relativamente abbondanti nel deserto del Sahara sono oggi quasi introvabili.
lunedì 19 maggio 2008
Famiglia di Coleotteri Bastricoidei: anobidi
Famiglia di Coleotteri Bastricoidei, di piccole dimensioni, con protorace che incappuccia il cranio, livree dai colori modesti e antenne filiformi o seghettate o terminanti in una formazione a clava. Le larve, dal corpo molle e biancastro, si sviluppano all'interno di diverse sostanze. Gli anobidi sono i principali distruttori di mobili: i comuni tarli. Il genere più conosciuto è VAnobium, le cui specie polverizzano il materiale che invadono. Non solo il legno è l'unica fonte di sviluppo degli anobidi, per esempio il genere Ernobius si nutre a spese degli strobili di abete, con danno ai semi; lo Stegobium paniceum si evolve sui materiali più diversi (cuoio, sughero, spezie ecc.); il Lasioderma serricorne si nutre invece di droghe e spesso di tabacco conciato: è il cosiddetto "verme delle sigarette".
domenica 18 maggio 2008
Pesce Teleosteo: anguilla
Pesce Teleosteo appartenente alla famiglia degli Anguilliti; il corpo si presenta allungato, subcilindrico e nella pelle robustissima sono nascoste le squame. La femmina dell'anguilla, nota anche col nome di capitone, può raggiungere 1 m di lunghezza e 4-5 kg di peso, il maschio non supera mai il mezzo metro di lunghezza e 1 kg di peso. Le anguille sono pesci carnivori e voraci; vivono sui fondi fangosi, ma per la piccolezza delle aperture branchiali sono in grado di resistere per lungo tempo all'asciutto. L'anguilla è presente in tutti i fiumi europei, ma si riproduce in mare: quando raggiungono la maturità sessuale, le anguille europee migrano in grandi stuoli dal fiume all'Oceano Atlantico (generalmente in autunno, raramente in primavera), emettono i prodotti sessuali e muoiono.
Dall'uovo si sviluppa una larva (Leptocephala brevirostris), considerata un tempo un'altra specie di anguilla e non una larva, dal corpo trasparente di forma elittica compressa. I Leptocefali compiono una migrazione inversa a quella dei genitori: con un viaggio della durata di tre anni circa raggiungono le nostre coste, compiendo nel frattempo la metamorfosi; infatti alle foci dei fiumi troviamo piccole anguille trasparenti che sono chiamate cieche. A questo punto notiamo nelle anguille due comportamenti molto diversi: un gruppo comincia a risalire i fiumi, un altro permane negli estuari e nelle raccolte di acqua salmastra. Alcuni studiosi, notando che presso gli estuari sono molto più abbondanti i maschi e nelle acque interne le femmine, hanno dedotto che alla base di questo diverso comportamento c'è un meccanismo ormonale. Agli studi dello zoologo danese J. Schmidt va il merito di aver fatto conoscere le migrazioni di questo interessante pesce. Le anguille hanno anche una grande importanza economica; vengono infatti allevate in valli (Comacchio) e lagune; presso le foci dei nostri fiumi in primavera si pescano molte anguille cieche.
Dall'uovo si sviluppa una larva (Leptocephala brevirostris), considerata un tempo un'altra specie di anguilla e non una larva, dal corpo trasparente di forma elittica compressa. I Leptocefali compiono una migrazione inversa a quella dei genitori: con un viaggio della durata di tre anni circa raggiungono le nostre coste, compiendo nel frattempo la metamorfosi; infatti alle foci dei fiumi troviamo piccole anguille trasparenti che sono chiamate cieche. A questo punto notiamo nelle anguille due comportamenti molto diversi: un gruppo comincia a risalire i fiumi, un altro permane negli estuari e nelle raccolte di acqua salmastra. Alcuni studiosi, notando che presso gli estuari sono molto più abbondanti i maschi e nelle acque interne le femmine, hanno dedotto che alla base di questo diverso comportamento c'è un meccanismo ormonale. Agli studi dello zoologo danese J. Schmidt va il merito di aver fatto conoscere le migrazioni di questo interessante pesce. Le anguille hanno anche una grande importanza economica; vengono infatti allevate in valli (Comacchio) e lagune; presso le foci dei nostri fiumi in primavera si pescano molte anguille cieche.
venerdì 16 maggio 2008
Vertebrati: anfibi
Vertebrati anamni che presentano uno stato larvale a respirazione branchiale ed uno stato adulto con respirazione polmonare. Tra le forme fossili i più importanti furono gli Stegocefali, che vissero dal Carbonifero al Trias; erano caratterizzati dalla presenza di ossa cutanee e presentavano una notevole somiglianza coi Rettili primitivi. Gli anfibi odierni hanno generalmente pelle nuda, ricca di ghiandole mucose; in alcuni casi sono presenti anche ghiandole velenose. La pelle contiene spesso cromatofori che permettono all'animale di mutar colore rispetto all'ambiente.
Lo scheletro è per lo più ossificato nell'adulto; il cranio si articola con la colonna vertebrale per mezzo di 2 condili, le vertebre toraciche sono munite di ampie diapofisi e, anche di costole che però non si saldano mai allo sterno, per cui viene a mancare una gabbia toracica vera e propria. Nell'adulto sono presenti 4 arti, di cui gli anteriori con 4 dita ed i posteriori con 5; la larva, pisciforme, è priva di arti e si muove per mezzo di una pinna caudale. Le branchie, presenti nella larva, sono in numero di 3 o 4 paia, possono essere chiuse in una cavità branchiale o sporgere all'esterno; nell'adulto compaiono i polmoni, che sono però coadiuvati in gran parte da una respirazione cutanea; l'inspirazione, mancando la cassa toracica, è provocata dalla lingua e dai muscoli addominali. La circolazione, semplice e completa nella larva, che possiede un cuore biloculare, diviene doppia e incompleta nell'adulto, il cui cuore è composto da 2 atri e 1 ventricolo in cui passa alternativamente sangue venoso e sangue arterioso.
Gli anfibi sono eterotermi e passano quindi la stagione sfavorevole in uno stato di vita latente, affondati nel fango o sottoterra. La bocca è ampia e talvolta munita di piccoli denti, la lingua è carnosa e negli Anuri è saldata solo anteriormente alla mandibola, in modo tale che può essere estroflessa rapidamente per la cattura degli insetti. Il tubo intestinale, in cui sboccano il fegato e il pancreas, termina nella cloaca; in genere è proporzionalmente più lungo nella larva, per lo più vegetariana, che nell'adulto che si nutre di vermi, insetti, ragni ecc.
L'apparato escretore è rappresentato dal mesonefro pari, che sbocca nella cloaca insieme all'intestino e all'apparato genitale. Quest'ultimo è fornito di organi copulatori solo negli Anuri, gli Urodeli racchiudono gli spermi in involucri (spermatofore) che vengono deposti nella spermateca delle femmine. Le uova sono deposte nell'acqua, protette da involucri gelatinosi che si presentano come lunghi cordoni o ammassi informi; solo tra le salamandre ci sono casi di viviparità. L'organo uditivo è la lagena; è presente un orecchio medio chiuso da una membrana timpanica superficiale; all'interno sta un unico ossicino, la columella. Gli occhi possono essere ben sviluppati, protetti da palpebre e dalla membrana nictitante; in alcune specie però sono rudimentali. Ricapitolando i vari processi che avvengono durante la metamorfosi, troviamo che compaiono gli arti; scompaiono le branchie, sostituite dai polmoni; si modifica il sistema circolatorio e il tipo di alimentazione; l'adulto può cambiare completamente habitat spostandosi sulla terraferma o può rimanere nell'ambiente acquatico. Anche nei casi in cui l'adulto si porta sulla terraferma, esso vive sempre in luoghi umidi e sfugge il sole che gli potrebbe disseccare la pelle; inoltre rimane sempre legato all'ambiente acquatico cui deve tornare all'epoca degli amori per la riproduzione. Questa sua parziale indipendenza dall'ambiente acquatico ha portato a pensare che, tra i Vertebrati, furono gli antenati dei moderni anfibi a iniziare la colonizzazione delle terreferme uscendo dal mare, origine di ogni forma di vita. Tra gli A. sono presenti alcuni esempi di neotenia; Proteus e Necturus sono costantemente neotenici: la loro larva si riproduce senza compiere mai la metamorfosi, mentre una specie di Amblystoma (v.) del Messico è neotenica facoltativamente. La sistematica degli anfibi distingue alcuni ordini fossili: Stegocefali o Labirintodonti, Fillospondili e Lepospondili; gli anfibi viventi sono suddivisi in 3 ordini: Gimnofioni o Apodi, Urodeli e Anuri.
I Gimnofioni presentano un corpo vermiforme cilindrico e sono privi di arti e cinti; sono rappresentati da poche specie; gli Urodeli hanno corpo allungato, mantengono una lunga coda anche nell'adulto, hanno due paia di arti, che possono essere ridotti (quelli posteriori possono anche mancare); comprendono le salamandre e i Tritoni; gli Anuri perdono la coda durante la metamorfosi e hanno gli arti posteriori robusti atti al salto, più sviluppati degli anteriori; sono rappresentati da rane e rospi.
Lo scheletro è per lo più ossificato nell'adulto; il cranio si articola con la colonna vertebrale per mezzo di 2 condili, le vertebre toraciche sono munite di ampie diapofisi e, anche di costole che però non si saldano mai allo sterno, per cui viene a mancare una gabbia toracica vera e propria. Nell'adulto sono presenti 4 arti, di cui gli anteriori con 4 dita ed i posteriori con 5; la larva, pisciforme, è priva di arti e si muove per mezzo di una pinna caudale. Le branchie, presenti nella larva, sono in numero di 3 o 4 paia, possono essere chiuse in una cavità branchiale o sporgere all'esterno; nell'adulto compaiono i polmoni, che sono però coadiuvati in gran parte da una respirazione cutanea; l'inspirazione, mancando la cassa toracica, è provocata dalla lingua e dai muscoli addominali. La circolazione, semplice e completa nella larva, che possiede un cuore biloculare, diviene doppia e incompleta nell'adulto, il cui cuore è composto da 2 atri e 1 ventricolo in cui passa alternativamente sangue venoso e sangue arterioso.
Gli anfibi sono eterotermi e passano quindi la stagione sfavorevole in uno stato di vita latente, affondati nel fango o sottoterra. La bocca è ampia e talvolta munita di piccoli denti, la lingua è carnosa e negli Anuri è saldata solo anteriormente alla mandibola, in modo tale che può essere estroflessa rapidamente per la cattura degli insetti. Il tubo intestinale, in cui sboccano il fegato e il pancreas, termina nella cloaca; in genere è proporzionalmente più lungo nella larva, per lo più vegetariana, che nell'adulto che si nutre di vermi, insetti, ragni ecc.
L'apparato escretore è rappresentato dal mesonefro pari, che sbocca nella cloaca insieme all'intestino e all'apparato genitale. Quest'ultimo è fornito di organi copulatori solo negli Anuri, gli Urodeli racchiudono gli spermi in involucri (spermatofore) che vengono deposti nella spermateca delle femmine. Le uova sono deposte nell'acqua, protette da involucri gelatinosi che si presentano come lunghi cordoni o ammassi informi; solo tra le salamandre ci sono casi di viviparità. L'organo uditivo è la lagena; è presente un orecchio medio chiuso da una membrana timpanica superficiale; all'interno sta un unico ossicino, la columella. Gli occhi possono essere ben sviluppati, protetti da palpebre e dalla membrana nictitante; in alcune specie però sono rudimentali. Ricapitolando i vari processi che avvengono durante la metamorfosi, troviamo che compaiono gli arti; scompaiono le branchie, sostituite dai polmoni; si modifica il sistema circolatorio e il tipo di alimentazione; l'adulto può cambiare completamente habitat spostandosi sulla terraferma o può rimanere nell'ambiente acquatico. Anche nei casi in cui l'adulto si porta sulla terraferma, esso vive sempre in luoghi umidi e sfugge il sole che gli potrebbe disseccare la pelle; inoltre rimane sempre legato all'ambiente acquatico cui deve tornare all'epoca degli amori per la riproduzione. Questa sua parziale indipendenza dall'ambiente acquatico ha portato a pensare che, tra i Vertebrati, furono gli antenati dei moderni anfibi a iniziare la colonizzazione delle terreferme uscendo dal mare, origine di ogni forma di vita. Tra gli A. sono presenti alcuni esempi di neotenia; Proteus e Necturus sono costantemente neotenici: la loro larva si riproduce senza compiere mai la metamorfosi, mentre una specie di Amblystoma (v.) del Messico è neotenica facoltativamente. La sistematica degli anfibi distingue alcuni ordini fossili: Stegocefali o Labirintodonti, Fillospondili e Lepospondili; gli anfibi viventi sono suddivisi in 3 ordini: Gimnofioni o Apodi, Urodeli e Anuri.
I Gimnofioni presentano un corpo vermiforme cilindrico e sono privi di arti e cinti; sono rappresentati da poche specie; gli Urodeli hanno corpo allungato, mantengono una lunga coda anche nell'adulto, hanno due paia di arti, che possono essere ridotti (quelli posteriori possono anche mancare); comprendono le salamandre e i Tritoni; gli Anuri perdono la coda durante la metamorfosi e hanno gli arti posteriori robusti atti al salto, più sviluppati degli anteriori; sono rappresentati da rane e rospi.
Importante gruppo di Invertebrati: anellidi
Importante gruppo di Invertebrati le cui origini risalgono al Precambriano; tra alcuni fossili datati a quell'epoca e rinvenuti nelle Ediacara Hills dell'Australia del Sud, si trova uno degli antenati degli anellidi, Spriggina floundersi. Dagli anellidi ebbero più tardi origine gli Artropodi. I più comuni rappresentanti degli anellidi sono il lombrico, l'arenicola, la sanguisuga; la maggior parte vive in ambiente acquatico, marino o d'acqua dolce, alcune forme sono presenti nei terreni umidi o vivono come parassite.
Sono animali protostomi a simmetria bilaterale. Il corpo si presenta metamerico, formato cioè da una sequenza di segmenti (metameri) uguali; tale metameria è valida anche per la cavità interna, il celoma, che è suddiviso in varie camere per mezzo di setti trasversali, e per tutti gli organi. La presenza di una cavità celomatica, rivestita da cellule mesodermiche, è un fatto nuovo tra gli Invertebrati, che pone gli anellidi a capo di un gruppo di Invertebrati superiori chiamati appunto Celomati. Il corpo è in genere cilindrico e allungato; sono distinguibili il primo metamero, prostomio, che porta gli occhi ed alcune appendici sensitive, ed il secondo, peristomio, in cui si apre la bocca. A volte sono presenti delle setole con funzione sensitiva e locomotoria; il movimento è assicurato da due strati di muscolatura con funzione antagonista: uno strato ha decorso longitudinale e l'altro circolare. Il sistema nervoso è rappresentato da una catena gangliare formata da un paio di gangli per ogni metamero, collegati tra di loro trasversalmente per mezzo di commessure e longitudinalmente per mezzo di connettivi.
Essa è posta in posizione ventrale; i primi due gangli, collegati con gli occhi e gli organi di senso, sono più sviluppati: essi si trovano al di sopra dell'esofago, ma sono collegati per mezzo di connettivi con il secondo paio della catena posto ventralmente, formando con questo un anello che viene denominato cingolo periesofageo. La circolazione è vaso-lacunare; due grossi vasi, uno dorsale pulsante, in cui il sangue circola in senso caudo-cefalico, e uno ventrale con scorrimento in senso cefalocaudale, sono collegati fra loro per mezzo di due anastomosi per ogni metamero; il sangue può essere privo di pigmenti o può contenere emoglobina
0 clorocruorina. L'apparato escretore è costituito da nefridi; presenti in numero di due per ogni metamero, essi filtrano il liquido contenuto nella cavità celomatica e avviano i rifiuti all'esterno. Il tubo digerente percorre longitudinalmente il corpo del verme dalla bocca all'ano, situato nell'ultimo segmento. Gli anellidi hanno gonadi contenute nella cavità celomatica; spesso sono ermafroditi, altre volte gonoco-risti; oltre alla riproduzione sessuata le forme più piccole possono riprodursi anche agamicamente per scissione. Le forme marine presentano una larva planctonica nota come trocofora o larva di Lovel. Ha forma tondeggiante, piriforme, con un inspessimento cibato (organo apicale) su di un polo e una corona di ciglia (prototroco) circa a metà del corpo; al di sotto si apre la bocca.
Il polo opposto all'organo apicale porta l'apertura anale; in questa regione si differenzieranno i metameri che daranno origine alla forma adulta. La moderna sistematica suddivide gli anellidi nelle seguenti classi: Policheti, Archianellida, Mizostomidi, Oligocheti, Irudinei. In alcune classificazioni vengono ascritti agli anellidi anche gli Echiuroidi e i Sipunculoidi, che vengono invece considerati gruppi a parte da altri autori.
Sono animali protostomi a simmetria bilaterale. Il corpo si presenta metamerico, formato cioè da una sequenza di segmenti (metameri) uguali; tale metameria è valida anche per la cavità interna, il celoma, che è suddiviso in varie camere per mezzo di setti trasversali, e per tutti gli organi. La presenza di una cavità celomatica, rivestita da cellule mesodermiche, è un fatto nuovo tra gli Invertebrati, che pone gli anellidi a capo di un gruppo di Invertebrati superiori chiamati appunto Celomati. Il corpo è in genere cilindrico e allungato; sono distinguibili il primo metamero, prostomio, che porta gli occhi ed alcune appendici sensitive, ed il secondo, peristomio, in cui si apre la bocca. A volte sono presenti delle setole con funzione sensitiva e locomotoria; il movimento è assicurato da due strati di muscolatura con funzione antagonista: uno strato ha decorso longitudinale e l'altro circolare. Il sistema nervoso è rappresentato da una catena gangliare formata da un paio di gangli per ogni metamero, collegati tra di loro trasversalmente per mezzo di commessure e longitudinalmente per mezzo di connettivi.
Essa è posta in posizione ventrale; i primi due gangli, collegati con gli occhi e gli organi di senso, sono più sviluppati: essi si trovano al di sopra dell'esofago, ma sono collegati per mezzo di connettivi con il secondo paio della catena posto ventralmente, formando con questo un anello che viene denominato cingolo periesofageo. La circolazione è vaso-lacunare; due grossi vasi, uno dorsale pulsante, in cui il sangue circola in senso caudo-cefalico, e uno ventrale con scorrimento in senso cefalocaudale, sono collegati fra loro per mezzo di due anastomosi per ogni metamero; il sangue può essere privo di pigmenti o può contenere emoglobina
0 clorocruorina. L'apparato escretore è costituito da nefridi; presenti in numero di due per ogni metamero, essi filtrano il liquido contenuto nella cavità celomatica e avviano i rifiuti all'esterno. Il tubo digerente percorre longitudinalmente il corpo del verme dalla bocca all'ano, situato nell'ultimo segmento. Gli anellidi hanno gonadi contenute nella cavità celomatica; spesso sono ermafroditi, altre volte gonoco-risti; oltre alla riproduzione sessuata le forme più piccole possono riprodursi anche agamicamente per scissione. Le forme marine presentano una larva planctonica nota come trocofora o larva di Lovel. Ha forma tondeggiante, piriforme, con un inspessimento cibato (organo apicale) su di un polo e una corona di ciglia (prototroco) circa a metà del corpo; al di sotto si apre la bocca.
Il polo opposto all'organo apicale porta l'apertura anale; in questa regione si differenzieranno i metameri che daranno origine alla forma adulta. La moderna sistematica suddivide gli anellidi nelle seguenti classi: Policheti, Archianellida, Mizostomidi, Oligocheti, Irudinei. In alcune classificazioni vengono ascritti agli anellidi anche gli Echiuroidi e i Sipunculoidi, che vengono invece considerati gruppi a parte da altri autori.
Nome comune di uccelli acquatici: anatra
Nome comune di uccelli acquatici appartenenti al genere Anas dell'ordine degli Anseriformi, famiglia degli Anati-di e tribù degli Anatini. La specie tipo è l'Anas platyrhynchos o germano reale, unico esemplare addomesticato, che ha dato origine alla maggior parte delle razze domestiche. Il germano reale ha una distribuzione cosmopolita; è considerato l'anatra selvatica per eccellenza. Molto comune è l'Anas acuta (codone), l'Anas querquedula (marzaiola), l'Anas penelope (fischione),l'Anas streperà (canapiglia), l'Anas crecca (alzavola), l'Anas clypeata (mestolone). Alla tribù degli Aithini appartengono le anatre tuffatrici, di cui le più comuni sono Aythya fuligula o moretta, provvista nel maschio di piumaggio bianco e nero; Aythya nyroca o moretta tabaccata e Aythya ferina o moriglione. Ricordiamo le anatre mute, appartenenti al genere Catrina, da cui il nome della tribù dei Cairini, che comprende anche l'anatra mandarina (Aix galericulata) e l'anatra sposa (Aix sponsa), entrambe caratteristiche per il loro piumaggio brillante; le anatre dal bernoccolo (del genere Sarkidiornis) e le anatre di bosco (Chenonetta jubata) dell'Australia. Questo gruppo ha una distribuzione prevalentemente pantro-picale, con specie diffuse sia nel Vecchio che nel Nuovo Mondo. La tribù dei Somaterini comprende le anatre del piumino, di cui la specie più importante è l'edredone comune (Somateria mollissima), diffusa nella regione artica; nidifica in colonie numerose, sfruttate dall'uomo 'che ne utilizza il piumino e le uova della prima nidificazione. Alla tribù dei Gobbi appartiene l'anatra testa nera (Heteronetta atrica-pilla), propria del Sud-America; è un esemplare con abitudini parassitarie: depone infatti le uova nei nidi di folaghe, aironi e falchi. Un gruppo di Anatidi con distribuzione ristretta ai tropici dei vari continenti è quello delle anatre fischiatori o anatre arboree del genere Dendrocy-gna, comprendente otto specie. La più diffusa è la Dendrocygna bicolor, che vive in America, Africa e India. Le anatre fischiatori sono esemplari di dimensioni piccole o medie che vivono anche sugli alberi.
mercoledì 14 maggio 2008
Rapace notturno: allocco
Rapace notturno (Strix alauco), conosciuto anche come gufo selvatico, della famiglia degli Strigidi, lungo circa 40 cm. Ha la testa molto voluminosa priva dei caratteristici ciuffi dei gufi; il colore del piumaggio varia dal grigio al rosso ruggine con macchie bianche. Predatore, si nutre di piccoli mammiferi, specialmente roditori. L'allocco è diffuso in Europa, Africa settentrionale, Asia. In Italia, esclusa la Sardegna, anche se poco frequente, l'allocco si trova ovunque e può anche nidificare.
martedì 13 maggio 2008
Uccello: albastrello
Uccello (Tringa stagna tilis) della famiglia degli Scolopacidi, ordine Caradriformi, di 25 cm di lunghezza, con zampe esilissime di colore verdastro e becco molto lungo color cenerino. L'albastrello è diffuso in Europa sudorientale e nell'Asia nordorientale, da dove migra fino all'Asia e all'Africa meridionale. In Italia si trova solo durante i passi; l'albastrello vive nei luoghi umidi (paludi, risaie e acquitrini) e nidifica sul terreno.
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domenica 11 maggio 2008
Nato dell ariete e della pecora: agnello
Nato dell'ariete e della pecora, nel primo anno di età. Simboleggia, in tutte le mitologie e in tutte le letterature, la mitezza, la docilità, l'innocenza.
venerdì 9 maggio 2008
Gallinacei
Ordine di Uccelli diffusi in tutto il globo. Si suddivide in due sottordine: Peristeropodidae, comprendente le famiglie Crocidi e Megapodidi; e Alectoropodidae, a cui appartiene l'unica famiglia Phasianidae, suddivisa in varie sottofamiglia. I gallinacei hanno per lo più corpo tozzo, con brevi ali poco, adatte al volo e zampe robuste, con sperone al metatarso nei maschi, strumento di offesa e di difesa. Nidificano sul terreno, raramente sugli alberi, e si nutrono di sostanze vegetali, di vermi e di insetti. Vi appartengono, tra gli uccelli domestici, il gallo, il tacchino, il pavone e la faraona; tra quelli selvatici, la pernice, la quaglia e la starna.
Uccello trampoliere: gallina
Uccello trampoliere (Otis tetrax orientalis), simile all'otarda, dalla quale si distingue per le minori dimensioni e per i diversi colori del piumaggio. Vive in piccoli gruppi nell'Europa meridionale, nell'Asia e Africa settentrionale, nidificando in zone erbose. È selvaggina pregiata. In Italia è diffusa soprattutto in Sardegna, nella Puglia e nell'Abruzzo.
Uccello: gabbiano
Uccello palmipede della famiglia dei Laridi (Larus ridibundus), dalle dimensioni di una grossa tortora, con piumaggio bruno-azzurro nelle parti superiori e bianco inferiormente. Nidifica sulle rocce marine, o nei pressi di laghi e fiumi. Si nutre di pesci, molluschi, crostacei e insetti. All'approssimarsi di burrasche, emette uno stridulo grido caratteristico. Le specie più comuni in Italia sono, oltre al gabbiano comune (Larus ridibundus), il gabbiano mugnaiaccio (Larus marinus) e il gabbiano reale (Larus argentatus).
Puzzola domestica: furetto
Varietà di puzzola domestica (Mustela furo) dal pelame bianco e gli occhi rossi, addomesticata fino dai tempi degli antichi Romani per la caccia ai conigli e per distruggere i topi. Anche oggi in Sicilia, ci si serve del furetto per dare la caccia ai conigli. Tale caccia è ammessa dalla legge.
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mercoledì 7 maggio 2008
Gli Uccelli
Un uccello non si può confondere con nes-sun'altra specie animale, perché è l'unico animale fornito di piume. La scienza ritiene che discendano dai rettili e che le piume rappresentino un'evoluzione delle squame. Questa ipotesi appare suffragata incontestabilmente dalla presenza di squame tuttora rilevabili sulle loro zampe. Nonostante la loro discendenza dai rettili, gli uccelli sono animali a sangue caldo come gli esseri umani. Sono in grado di mantenere il loro corpo a una temperatura elevata costante sia in presenza di aria fredda che di aria calda. Le piume li aiutano a mantenersi caldi quando fa freddo.
Le ali degli uccelli derivano da una strutturazione particolare degli arti anteriori e sono provviste di penne lunghe e robuste, necessarie al volo. Però non tutti gli uccelli volano e in tal caso le ali possono essere poco sviluppate oppure, come nei pinguini, servire ad un uso completamente diverso. Infatti i pinguini adoperano le loro ali tozze per nuotare.
A differenza della maggior parte degli animali vertebrati, oggi gli uccelli sono privi di denti. Per afferrare e triturare i cibi si servono del becco, la cui conformazione varia a seconda della qualità degli alimenti di cui si nutrono. Anche la conformazione delle zampe degli uccelli varia a seconda dell'ambiente in cui vivono. Ad esempio le anatre hanno le zampe palmate. Si può apprendere molto sulla vita d'un uccello anche osservandone soltanto il becco e le zampe.
A motivo della loro grande mobilità, sulla Terra gli uccelli possono vivere quasi dappertutto. Ciononostante usano vivere per lo più sugli alberi, perché è qui che vengono alla luce e che si stabiliscono in mancanza d'altri concorrenti. Esistono diversi gruppi d'uccelli che hanno incominciato a vivere del tutto o in parte sulla terra o sull'acqua o vicino ad essa. Però la maggioranza vive sugli alberi.
Adattamento al volo
Lo scheletro degli uccelli è costruito per il volo. Le ossa sono minute e sottili e quindi leggere malgrado la loro robustezza. Le ossa lunghe sono cave e appaiono spesso « rinforzate » da una struttura interna incrociata. La muscolatura costituisce più della metà del peso d'un uccello. I muscoli più voluminosi sono quelli che muovono le ali, assai potenti e molto bene ancorati. L'ancoraggio è fornito dall'osso del petto, provvisto d'una grande carena sottile sporgente in basso proprio come la chiglia d'uno yacht. I muscoli delle ali sono attaccati a questa carena. Gli uccelli non idonei al volo hanno una carena di dimensioni ridotte e alcuni ne sono completamente privi.
Alimentazione e digestione
Gli uccelli sono per lo più animali molto attivi e quindi consumano molte energie. Di qui la necessità di dedicare gran parte del loro tempo all'alimentazione. Molti uccelli, specialmente i granivori, sono provvisti d'una borsa dilatabile situata all'inizio dell'esofago, chiamata gozzo. Là l'uccello può introdurre e immagazzinare una grande quantità di cibo. Questa conformazione riesce particolarmente utile a uccelli come i fagiani e i colombi, che hanno molti nemici e quindi sono costretti a procacciarsi la maggior quantità di cibo possibile quando questi non sono in vista. Gli uccelli granivori e alcuni altri hanno inserito nell'esofago un tratto ricco di muscoli chiamato ventriglio. Qui vengono frantumati i semi, spesso coll'ausilio di pietruzze ingerite appositamente dall'uccello, prima di progredire oltre nell'apparato digerente vero e proprio.
Per sopperire al loro fabbisogno d'energie, gli uccelli hanno bisogno sia di tanto cibo, sia d'un buon rifornimento d'ossigeno. Hanno i polmoni strutturati in un modo particolare. In quelli dell'uomo durante l'ispirazione e l'espirazione rimane molta aria residua. Gli uccelli invece hanno collegati ai polmoni dei sacchi aerei. Quando inspirano, l'aria passa attraverso i polmoni, per arrivare ai sacchi aerei; quando espirano, l'aria ripassa per i polmoni. Così questi sono riforniti sempre d'aria fresca e gli uccelli possono ossigenarsi efficacemente. I sacchi aerei servono anche ad aiutare l'uccello a librarsi in aria nel volo.
Gli uccelli sono dotati pure d'un sistema circolatorio molto efficiente, con un cuore provvisto di quattro cavità, che assicura una buona circolazione del sangue, molto simile a quella dell'uomo.
La vita degli uccelli
Tutti gli uccelli si riproducono attraverso la deposizione di uova e di solito lo fanno in primavera o all'inizio dell'estate. L'epoca in cui depongono le uova viene chiamata periodo della riproduzione. Gli uccelli incominciano col scegliersi il compagno. I maschi presentano spesso colori vivaci e ricorrono a canti di richiamo che servono sia ad attirare le compagne, sia a spaventare gli altri maschi, per cacciarli dall'area prescelta. Seguono una fase di corteggiamento ed altre manifestazioni prenuziali da parte di uno o di entrambi gli uccelli, che portano infine alla costruzione del nido e all'accoppiamento. I nidi sono per lo più soltanto un posto dove deporre le uova e allevare i piccoli, non abitazioni permanenti.. Alcuni uccelli non sopportano nemmeno di costruirsi un nido e usano in sua vece un incavo del terreno o uno spuntone roccioso.
Alcuni depongono fino a 20 uova, ma d> norma si limitano a una mezza dozzina. MoL ti uccelli rapaci ne depongono solo uno o due.
Una volta deposte, le uova vanno tenute ai caldo o incubate. Gli uccelli vi provvedono accovacciandovisi sopra. Talvolta le uova vengono covate da uno solo dei genitori, talaltra lo fanno entrambi a turno. L'uccello impegnato nella cova viene alimentato dal suo compagno. Di solito le uova si schiudono dopo due o tre settimane; alcune specie di uccelli necessitano però d'un tempo più lungo.
Molti uccelli che nidificano in terra o in acqua sono provvisti di piume già quando escono dall'uovo e possono lasciare subito il nido, pur abbisognando ancora delle cure materne. Così ad esempio le anatre e i pulcini. Gli uccelli che vivono sugli alberi, invece, alla nascita sono generalmente poco sviluppati, completamente nudi e ciechi e quasi incapaci di muoversi. I piccoli sono sempre molto affamati e i loro genitori provvedono a rifocillarli in continuazione. Gli uccelli di nido crescono e si sviluppano molto in fretta, perché sono continuamente nutriti, e quindi dopo poche settimane sono pronti per la prima lezione di volo. La madre incoraggia i piccoli volando poco lontano e chiamandoli. Quando tutta la nidiata ha imparato a volare, la famiglia si disperde, lasciando il nido.
Alcuni uccelli s'uniscono per la vita e ritornano ogni anno allo stesso nido, ma frequentemente se ne costruiscono uno nuovo ogni anno. La durata della vita degli uccelli varia molto da specie a specie. Si ritiene che i corvi vivano fino a 70 anni e i pappagalli più di 60, ma allo stato selvaggio hanno probabilmente una vita più breve.
Le ali degli uccelli derivano da una strutturazione particolare degli arti anteriori e sono provviste di penne lunghe e robuste, necessarie al volo. Però non tutti gli uccelli volano e in tal caso le ali possono essere poco sviluppate oppure, come nei pinguini, servire ad un uso completamente diverso. Infatti i pinguini adoperano le loro ali tozze per nuotare.
A differenza della maggior parte degli animali vertebrati, oggi gli uccelli sono privi di denti. Per afferrare e triturare i cibi si servono del becco, la cui conformazione varia a seconda della qualità degli alimenti di cui si nutrono. Anche la conformazione delle zampe degli uccelli varia a seconda dell'ambiente in cui vivono. Ad esempio le anatre hanno le zampe palmate. Si può apprendere molto sulla vita d'un uccello anche osservandone soltanto il becco e le zampe.
A motivo della loro grande mobilità, sulla Terra gli uccelli possono vivere quasi dappertutto. Ciononostante usano vivere per lo più sugli alberi, perché è qui che vengono alla luce e che si stabiliscono in mancanza d'altri concorrenti. Esistono diversi gruppi d'uccelli che hanno incominciato a vivere del tutto o in parte sulla terra o sull'acqua o vicino ad essa. Però la maggioranza vive sugli alberi.
Adattamento al volo
Lo scheletro degli uccelli è costruito per il volo. Le ossa sono minute e sottili e quindi leggere malgrado la loro robustezza. Le ossa lunghe sono cave e appaiono spesso « rinforzate » da una struttura interna incrociata. La muscolatura costituisce più della metà del peso d'un uccello. I muscoli più voluminosi sono quelli che muovono le ali, assai potenti e molto bene ancorati. L'ancoraggio è fornito dall'osso del petto, provvisto d'una grande carena sottile sporgente in basso proprio come la chiglia d'uno yacht. I muscoli delle ali sono attaccati a questa carena. Gli uccelli non idonei al volo hanno una carena di dimensioni ridotte e alcuni ne sono completamente privi.
Alimentazione e digestione
Gli uccelli sono per lo più animali molto attivi e quindi consumano molte energie. Di qui la necessità di dedicare gran parte del loro tempo all'alimentazione. Molti uccelli, specialmente i granivori, sono provvisti d'una borsa dilatabile situata all'inizio dell'esofago, chiamata gozzo. Là l'uccello può introdurre e immagazzinare una grande quantità di cibo. Questa conformazione riesce particolarmente utile a uccelli come i fagiani e i colombi, che hanno molti nemici e quindi sono costretti a procacciarsi la maggior quantità di cibo possibile quando questi non sono in vista. Gli uccelli granivori e alcuni altri hanno inserito nell'esofago un tratto ricco di muscoli chiamato ventriglio. Qui vengono frantumati i semi, spesso coll'ausilio di pietruzze ingerite appositamente dall'uccello, prima di progredire oltre nell'apparato digerente vero e proprio.
Per sopperire al loro fabbisogno d'energie, gli uccelli hanno bisogno sia di tanto cibo, sia d'un buon rifornimento d'ossigeno. Hanno i polmoni strutturati in un modo particolare. In quelli dell'uomo durante l'ispirazione e l'espirazione rimane molta aria residua. Gli uccelli invece hanno collegati ai polmoni dei sacchi aerei. Quando inspirano, l'aria passa attraverso i polmoni, per arrivare ai sacchi aerei; quando espirano, l'aria ripassa per i polmoni. Così questi sono riforniti sempre d'aria fresca e gli uccelli possono ossigenarsi efficacemente. I sacchi aerei servono anche ad aiutare l'uccello a librarsi in aria nel volo.
Gli uccelli sono dotati pure d'un sistema circolatorio molto efficiente, con un cuore provvisto di quattro cavità, che assicura una buona circolazione del sangue, molto simile a quella dell'uomo.
La vita degli uccelli
Tutti gli uccelli si riproducono attraverso la deposizione di uova e di solito lo fanno in primavera o all'inizio dell'estate. L'epoca in cui depongono le uova viene chiamata periodo della riproduzione. Gli uccelli incominciano col scegliersi il compagno. I maschi presentano spesso colori vivaci e ricorrono a canti di richiamo che servono sia ad attirare le compagne, sia a spaventare gli altri maschi, per cacciarli dall'area prescelta. Seguono una fase di corteggiamento ed altre manifestazioni prenuziali da parte di uno o di entrambi gli uccelli, che portano infine alla costruzione del nido e all'accoppiamento. I nidi sono per lo più soltanto un posto dove deporre le uova e allevare i piccoli, non abitazioni permanenti.. Alcuni uccelli non sopportano nemmeno di costruirsi un nido e usano in sua vece un incavo del terreno o uno spuntone roccioso.
Alcuni depongono fino a 20 uova, ma d> norma si limitano a una mezza dozzina. MoL ti uccelli rapaci ne depongono solo uno o due.
Una volta deposte, le uova vanno tenute ai caldo o incubate. Gli uccelli vi provvedono accovacciandovisi sopra. Talvolta le uova vengono covate da uno solo dei genitori, talaltra lo fanno entrambi a turno. L'uccello impegnato nella cova viene alimentato dal suo compagno. Di solito le uova si schiudono dopo due o tre settimane; alcune specie di uccelli necessitano però d'un tempo più lungo.
Molti uccelli che nidificano in terra o in acqua sono provvisti di piume già quando escono dall'uovo e possono lasciare subito il nido, pur abbisognando ancora delle cure materne. Così ad esempio le anatre e i pulcini. Gli uccelli che vivono sugli alberi, invece, alla nascita sono generalmente poco sviluppati, completamente nudi e ciechi e quasi incapaci di muoversi. I piccoli sono sempre molto affamati e i loro genitori provvedono a rifocillarli in continuazione. Gli uccelli di nido crescono e si sviluppano molto in fretta, perché sono continuamente nutriti, e quindi dopo poche settimane sono pronti per la prima lezione di volo. La madre incoraggia i piccoli volando poco lontano e chiamandoli. Quando tutta la nidiata ha imparato a volare, la famiglia si disperde, lasciando il nido.
Alcuni uccelli s'uniscono per la vita e ritornano ogni anno allo stesso nido, ma frequentemente se ne costruiscono uno nuovo ogni anno. La durata della vita degli uccelli varia molto da specie a specie. Si ritiene che i corvi vivano fino a 70 anni e i pappagalli più di 60, ma allo stato selvaggio hanno probabilmente una vita più breve.
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I rettili
I rettili sono la classe di animali che cora prende lucertole, serpenti, coccodrilli, alligatori e tartarughe. Si svilupparono dagli anfibi circa 250 milioni d'anni fa. Ne differiscono per la pelle squamosa e in quanto i figli alla nascita assomigliano ai genitori.
Dall'epoca della loro apparizione sulla Terra fino a circa 70 milioni d'anni fa i rettili godettero della supremazia sulla terraferma. I dinosauri ebbero grandi dimensioni, i pterosauri potevano perfino volare, ma queste creature s'estinsero rapidamente. Oggi i rettili vivono nell'acqua e sulla terra. Alcuni, come i coccodrilli e i serpenti, possono diventare lunghi fino a 10 m. I più piccoli fra i rettili sono le lucertole, che possono essere lunghe anche solo 5 cm.
I rettili sono animali a sangue freddo. La loro temperatura corporea è la stessa dell'ambiente che li circonda. Per questo mancano nelle regioni polari, dove fa troppo freddo perché possano sopravvivere. Nelle regioni tropicali spesso si vedono mettersi al sole e poi rifugiarsi all'ombra quando fa troppo caldo. Nelle zone fredde d'inverno i rettili cadono in letargo. La maggior parte dei rettili depone le uova, ma alcuni sono vivipari.
Ordini dei rettili
Ci sono quattro grandi gruppi o ordini di rettili viventi: i coccodrilli e alligatori; le tartarughe, testuggini e terrapene;. le lucertole e serpenti; i tuatara.
I coccodrilli e gli alligatori formano l'ordine dei coccodrilli. Esso comprende anche i caimani e i gaviali. Sono tutti grossi animali dal corpo a forma di sigaro e la coda lunga e potente. Hanno le mascelle fornite di file di denti aguzzi. Vivono nelle acque sia dolci che salate delle regioni tropicali di tutto il mondo e si nutrono di animali come pesci, uccelli e piccoli mammiferi.
Le tartarughe, le testuggini e le terrapene costituiscono l'ordine dei testudinati. L'uso di queste denominazioni varia da paese a paese. Alcuni chiamano testuggini o terrapene quelle che altri chiamano tartarughe. Comunque tutte hanno due gusci protettivi, sopra e sotto, fra i quali escono quattro zampe e una testa. Vivono nelle acque dolci e salate e anche sulla terra nelle regioni più calde di tutto il mondo. La maggior parte delle specie terrestri di questi animali mangia solo vegetali, mentre quelle acquatiche sono generalmente carnivore (si cibano di pesci).
Le lucertole e i serpenti formano l'ordine degli squamati. La maggior parte delle lucertole hanno quattro zampe, mentre i serpenti sono apodi. Alcune lucertole sono prive di zampe, ma differiscono dai serpenti in quanto sono dotate di palpebre mobili e orecchie esterne. Infine non possiedono la lingua profondamente biforcuta dei serpenti. Lucertole e serpenti si trovano sia nelle zone calde che in quelle temperate. Le loro dimensioni sono molto varie, possono andare dai 5 cm delle lucertole ai 10 m di certi serpenti.
Il tuatara assomiglia a una lucertola provvista di aculei, però ha la struttura della testa diversa da quella della lucertola. È lungo 60 cm e vive in poche isole al largo della Nuova Zelanda. Fatto rimarchevole, per quanto riguarda il tuatara, è che è l'unico esemplare ancora vivente dell'ordine dei rin-cocefalidi, comparsi sulla terra circa 200 mi-ioni d'anni fa.
Dall'epoca della loro apparizione sulla Terra fino a circa 70 milioni d'anni fa i rettili godettero della supremazia sulla terraferma. I dinosauri ebbero grandi dimensioni, i pterosauri potevano perfino volare, ma queste creature s'estinsero rapidamente. Oggi i rettili vivono nell'acqua e sulla terra. Alcuni, come i coccodrilli e i serpenti, possono diventare lunghi fino a 10 m. I più piccoli fra i rettili sono le lucertole, che possono essere lunghe anche solo 5 cm.
I rettili sono animali a sangue freddo. La loro temperatura corporea è la stessa dell'ambiente che li circonda. Per questo mancano nelle regioni polari, dove fa troppo freddo perché possano sopravvivere. Nelle regioni tropicali spesso si vedono mettersi al sole e poi rifugiarsi all'ombra quando fa troppo caldo. Nelle zone fredde d'inverno i rettili cadono in letargo. La maggior parte dei rettili depone le uova, ma alcuni sono vivipari.
Ordini dei rettili
Ci sono quattro grandi gruppi o ordini di rettili viventi: i coccodrilli e alligatori; le tartarughe, testuggini e terrapene;. le lucertole e serpenti; i tuatara.
I coccodrilli e gli alligatori formano l'ordine dei coccodrilli. Esso comprende anche i caimani e i gaviali. Sono tutti grossi animali dal corpo a forma di sigaro e la coda lunga e potente. Hanno le mascelle fornite di file di denti aguzzi. Vivono nelle acque sia dolci che salate delle regioni tropicali di tutto il mondo e si nutrono di animali come pesci, uccelli e piccoli mammiferi.
Le tartarughe, le testuggini e le terrapene costituiscono l'ordine dei testudinati. L'uso di queste denominazioni varia da paese a paese. Alcuni chiamano testuggini o terrapene quelle che altri chiamano tartarughe. Comunque tutte hanno due gusci protettivi, sopra e sotto, fra i quali escono quattro zampe e una testa. Vivono nelle acque dolci e salate e anche sulla terra nelle regioni più calde di tutto il mondo. La maggior parte delle specie terrestri di questi animali mangia solo vegetali, mentre quelle acquatiche sono generalmente carnivore (si cibano di pesci).
Le lucertole e i serpenti formano l'ordine degli squamati. La maggior parte delle lucertole hanno quattro zampe, mentre i serpenti sono apodi. Alcune lucertole sono prive di zampe, ma differiscono dai serpenti in quanto sono dotate di palpebre mobili e orecchie esterne. Infine non possiedono la lingua profondamente biforcuta dei serpenti. Lucertole e serpenti si trovano sia nelle zone calde che in quelle temperate. Le loro dimensioni sono molto varie, possono andare dai 5 cm delle lucertole ai 10 m di certi serpenti.
Il tuatara assomiglia a una lucertola provvista di aculei, però ha la struttura della testa diversa da quella della lucertola. È lungo 60 cm e vive in poche isole al largo della Nuova Zelanda. Fatto rimarchevole, per quanto riguarda il tuatara, è che è l'unico esemplare ancora vivente dell'ordine dei rin-cocefalidi, comparsi sulla terra circa 200 mi-ioni d'anni fa.
Gli anfibi
Gli anfibi sono una classe di animali, che comprende le rane, i rospi, i ramarri e le salamandre. Essi apparvero per la prima volta sulla Terra circa 400 milioni d'anni fa. Derivano dai pesci, che, usciti dall'acqua, svilupparono polmoni per respirare l'aria. Molti anfibi vivono egualmente bene sia sulla terra che nell'acqua dolce, però quasi tutti procreano nell'acqua e, se vivono sulla terra, si tengono solitamente vicini all'acqua.
La maggior parte degli anfibi depongono uova che sono in grado di galleggiare nell'acqua o d'aderire a pietre o piante acquatiche. Il modo in cui le larve (i giovani anfibi) diventano adulti somiglia al processo evolutivo attraverso il quale gli anfibi incominciarono a esistere. Una rana allo stato larvale o girino è provvista di branchie, con le quali trae dall'acqua l'ossigeno per respirare. Nuota usando la coda come i pesci. Ma crescendo perde gradualmente il suo carattere pescifor-me. A poco a poco si sviluppano in esso i polmoni e gli arti, finché un giorno riesce a lasciare l'acqua, arrampicarsi sulla terra e respirare l'aria.
Alcuni anfibi, come i ramarri, passano la maggior parte del tempo nell'acqua. Altri, come le rane e i rospi, stanno bene tanto in acqua che sulla terra e altri ancora, come le salamandre, vivono principalmente sulla terra.
Gli anfibi sono animali a sangue freddo, solitamente di piccole dimensioni, anche se la specie più grande, la salamandra gigante del Giappone, misura 180 cm di lunghezza. Esistono tre specie di anfibi: urodeli, anuri e cecilidi.
Gli anfibi urodeli, cioè provvisti di coda, comprendono i ramarri e le salamandre. I primi vivono per lo più nell'acqua, mentre le seconde si trovano principalmente sulla terra. Hanno la coda lunga e gli arti brevi. Si trovano in tutto il mondo tranne che nelle regioni polari.
Gli anfibi anuri, cioè senza coda, comprendono la rane e i rospi. Sono provvisti di zampe posteriori lunghe e potenti, con le quali si muovono nell'acqua e possono saltare stilla terra. Pure questi si trovano nella maggior parte delle regioni del mondo.
I cecilidi sono anfibi apodi, cioè senza zampe. Vivono nel terreno umido. Alcuni depongono uova, mentre altri partoriscono piccoli vivi. Le cecilie si trovano nelle zone tropicali vicino all'equatore.
La maggior parte degli anfibi depongono uova che sono in grado di galleggiare nell'acqua o d'aderire a pietre o piante acquatiche. Il modo in cui le larve (i giovani anfibi) diventano adulti somiglia al processo evolutivo attraverso il quale gli anfibi incominciarono a esistere. Una rana allo stato larvale o girino è provvista di branchie, con le quali trae dall'acqua l'ossigeno per respirare. Nuota usando la coda come i pesci. Ma crescendo perde gradualmente il suo carattere pescifor-me. A poco a poco si sviluppano in esso i polmoni e gli arti, finché un giorno riesce a lasciare l'acqua, arrampicarsi sulla terra e respirare l'aria.
Alcuni anfibi, come i ramarri, passano la maggior parte del tempo nell'acqua. Altri, come le rane e i rospi, stanno bene tanto in acqua che sulla terra e altri ancora, come le salamandre, vivono principalmente sulla terra.
Gli anfibi sono animali a sangue freddo, solitamente di piccole dimensioni, anche se la specie più grande, la salamandra gigante del Giappone, misura 180 cm di lunghezza. Esistono tre specie di anfibi: urodeli, anuri e cecilidi.
Gli anfibi urodeli, cioè provvisti di coda, comprendono i ramarri e le salamandre. I primi vivono per lo più nell'acqua, mentre le seconde si trovano principalmente sulla terra. Hanno la coda lunga e gli arti brevi. Si trovano in tutto il mondo tranne che nelle regioni polari.
Gli anfibi anuri, cioè senza coda, comprendono la rane e i rospi. Sono provvisti di zampe posteriori lunghe e potenti, con le quali si muovono nell'acqua e possono saltare stilla terra. Pure questi si trovano nella maggior parte delle regioni del mondo.
I cecilidi sono anfibi apodi, cioè senza zampe. Vivono nel terreno umido. Alcuni depongono uova, mentre altri partoriscono piccoli vivi. Le cecilie si trovano nelle zone tropicali vicino all'equatore.
Gli animali preistorici
Nessuno può dire quando la vita sia apparsa per la prima volta sulla Terra. Dopo la creazione del mondo e prima che le condizioni diventassero adatte agli esseri viventi devono essere trascorsi molti milioni di anni, ma è impossibile dire esattamente quanti. Nessuno può dire quale sia stato il primo segno di vita. Però gli scienziati ritengono che debba essere stata qualche forma di vita vegetale, perché l'atmosfera terrestre primitiva doveva essere composta principalmente d'anidride carbonica, vapore acqueo e azoto. Essi sono quasi certi che le grandi quantità d'ossigeno libero di cui tutti gli animali abbisognano per vivere si produssero dopo la comparsa delle piante sulla terra, in quanto queste nel loro processo di nutrizione assorbono anidride carbonica, producendo ossigeno. Solo dopo milioni di anni di vita sulla Terra le piante rifornendo in continuazione l'atmosfera d'ossigeno, giunsero a spianare la via per gli animali che respirano questo elemento. Le piante devono essere apparse per prime anche per un'altra ragione. Esse sono il vero fondamento della vita, il solo essere vivente che può produrre il proprio nutrimento da sé, usando l'energia solare.
Gli animali, dovendo trovare il proprio cibo già pronto, si nutrono direttamente di piante o di animali che hanno già trasformato in carne il loro cibo vegetale. Le primissime tracce di vita sulla Terra risalgono a circa 2500 milioni di anni fa. Non erano tanto significative, si trattava di semplici masse di una materia collagena molto simile a quella che. costituisce alcune piante marine tuttora viventi. Da allora e per circa 2000 milioni di anni le impronte occasionali di pesci gelatinosi e di altre creature dal corpo molle o le tracce di piante primitive sono le sole indicazioni delle forme di vita esistenti in quell'epoca. Dopo il periodo Cambriano l'evoluzione dei vari esemplari di piante e animali si fa un po' più chiara. I fossili mostrano come per un lungo periodo tutti gli animali siano stati confinati nel mare. Poi, circa 450 milioni di anni fa, apparvero i primi vertebrati. Erano creature simili a pesci, precorritrici d'un gruppo d'animali destinati a un grande avvenire.
Circa 325 milioni d'anni fa le prime creature simili a pesci s'avventurarono fuori del mare, dando origine agli anfibi. Questi non si staccarono mai completamente dal mare, ma tuttora devono ritornare nell'acqua per deporvi le uova. Però a un certo punto alcuni dei primi anfibi cominciarono a deporre uova col guscio duro e sui loro corpi crebbero grosse squame. Da questi esseri derivarono i rettili, più adatti alla vita sulla terraferma. Poco a poco essi dominarono il mondo. Un gruppo di rettili, i dinosauri, comprende gli animali più grandi mai esistiti. Quando i dinosauri s'estinsero, circa 70 milioni d'anni fa, la loro posizione di supremazia passò rapidamente sotto il controllo d'un gruppo d'animali che già vivevano sulla Terra da un periodo di tempo quasi eguale: i mammiferi. Ma prima che l'uomo prendesse possesso del mondo dovettero passare ancora molti milioni d'anni.
Se tutta la storia della Terra fosse raffigurata sopra un orologio di 24 ore, l'uomo apparirebbe un quarto di minuto prima della mezzanotte. Eppure in questo periodo di tempo, corrispondente a una frazione di minuto della lunga storia della Terra, l'uomo è arrivato a dominare il creato con maggior sicurezza di qualsiasi altro essere vivente prima.
Gli animali, dovendo trovare il proprio cibo già pronto, si nutrono direttamente di piante o di animali che hanno già trasformato in carne il loro cibo vegetale. Le primissime tracce di vita sulla Terra risalgono a circa 2500 milioni di anni fa. Non erano tanto significative, si trattava di semplici masse di una materia collagena molto simile a quella che. costituisce alcune piante marine tuttora viventi. Da allora e per circa 2000 milioni di anni le impronte occasionali di pesci gelatinosi e di altre creature dal corpo molle o le tracce di piante primitive sono le sole indicazioni delle forme di vita esistenti in quell'epoca. Dopo il periodo Cambriano l'evoluzione dei vari esemplari di piante e animali si fa un po' più chiara. I fossili mostrano come per un lungo periodo tutti gli animali siano stati confinati nel mare. Poi, circa 450 milioni di anni fa, apparvero i primi vertebrati. Erano creature simili a pesci, precorritrici d'un gruppo d'animali destinati a un grande avvenire.
Circa 325 milioni d'anni fa le prime creature simili a pesci s'avventurarono fuori del mare, dando origine agli anfibi. Questi non si staccarono mai completamente dal mare, ma tuttora devono ritornare nell'acqua per deporvi le uova. Però a un certo punto alcuni dei primi anfibi cominciarono a deporre uova col guscio duro e sui loro corpi crebbero grosse squame. Da questi esseri derivarono i rettili, più adatti alla vita sulla terraferma. Poco a poco essi dominarono il mondo. Un gruppo di rettili, i dinosauri, comprende gli animali più grandi mai esistiti. Quando i dinosauri s'estinsero, circa 70 milioni d'anni fa, la loro posizione di supremazia passò rapidamente sotto il controllo d'un gruppo d'animali che già vivevano sulla Terra da un periodo di tempo quasi eguale: i mammiferi. Ma prima che l'uomo prendesse possesso del mondo dovettero passare ancora molti milioni d'anni.
Se tutta la storia della Terra fosse raffigurata sopra un orologio di 24 ore, l'uomo apparirebbe un quarto di minuto prima della mezzanotte. Eppure in questo periodo di tempo, corrispondente a una frazione di minuto della lunga storia della Terra, l'uomo è arrivato a dominare il creato con maggior sicurezza di qualsiasi altro essere vivente prima.
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martedì 6 maggio 2008
I ragni
I ragni non sono insetti. Hanno il corpo diviso in due parti anzichè in tre, possiedono quattro paia di zampe invece di tre e mancano delle antenne. Infatti appartengono agli aracnidi, una classe di animali comprendente pure gli scorpioni, gli acari, e i falangi. I ragni, oltre ad avere la struttura corporea simile fra loro, hanno in comune anche un'altra caratteristica: la capacità di secernere dal loro corpo un filo di seta. Però non tutti i ragni tessano le loro ragnatele con la seta e quelli che lo fanno si differenziano dagli altri appunto per questa loro caratteristica. Le ragnatele vengono tessute per lo più con masse di fili grossolani, bluastri e annodati in modo da formare delicati disegni simmetrici.
Tessitura d'una ragnatela
I ragni appartenenti alla famiglia delle argiopidae come i ragni dei giardini, sono perfetti maestri nell'arte di tessere la ragnatela. Le loro ragnatele a ruota di carro, costituite da fili raggiati uniti fra loro da altri fili intrecciati, formano ben noti drappegi negli angoli e sul telaio delle finestre. Quando ha finito di costruire la ragnatela, il ragno si mette a riposare al centro della tela o si nasconde in un canto fra le foglie. Rimane però sempre in contatto con la tela per mezzo d'un filo, in modo da percepire immediatamente le vibrazioni causate da un insetto preso in trappola. Alllora il ragno balza fuori dal suo nascondiglio e avvolge la vittima in un fitto intrigo setoso, inferendole anche uno o due morsi (tutti i ragni possiedono denti avvelenati con cui paralizzano la preda). Se dirante la lotta con la vittima la tela rimane danneggiata, raramente il ragno si prende la briga di ripararla. Di norma se ne costruisce una nuova. Il più comune dei ragni domestici, la tegenaria domestica, tesse le sue ragnatele con una frequenza tale, che infine, avendo esaurito il proprio apparatodi filatura, si vede costretto a invadere la ragnatela di un altro ragno più giovane. Non tutti i ragni tessono ragnatele. Il thomisus o ragno granchio, così chiamato per via delle zampe arcuate, si tiene pronto a mordere un insetto ignaro, posandosi sopra un fiore e cambiando colore per adattarsi all'ambiente. La licosa s'avventa sulla preda con una velocità tremenda. Alcuni ragni sono creature piccolissime e sgambettanti. Quello più conosciuto è probabilmente la tarantola. Nonostante quel che si dice, il morso di questo ragno non è mortale per l'uomo, nei peggiori dei casi può provocare una lieve irritazione. I ragni veramente pericolosi per l'uomo sono quelli della familia dei teridi, come la famosa vedova americana. Il morso di questo ragno non è sempre proprio letale, ma è dolorosissimo.
Tessitura d'una ragnatela
I ragni appartenenti alla famiglia delle argiopidae come i ragni dei giardini, sono perfetti maestri nell'arte di tessere la ragnatela. Le loro ragnatele a ruota di carro, costituite da fili raggiati uniti fra loro da altri fili intrecciati, formano ben noti drappegi negli angoli e sul telaio delle finestre. Quando ha finito di costruire la ragnatela, il ragno si mette a riposare al centro della tela o si nasconde in un canto fra le foglie. Rimane però sempre in contatto con la tela per mezzo d'un filo, in modo da percepire immediatamente le vibrazioni causate da un insetto preso in trappola. Alllora il ragno balza fuori dal suo nascondiglio e avvolge la vittima in un fitto intrigo setoso, inferendole anche uno o due morsi (tutti i ragni possiedono denti avvelenati con cui paralizzano la preda). Se dirante la lotta con la vittima la tela rimane danneggiata, raramente il ragno si prende la briga di ripararla. Di norma se ne costruisce una nuova. Il più comune dei ragni domestici, la tegenaria domestica, tesse le sue ragnatele con una frequenza tale, che infine, avendo esaurito il proprio apparatodi filatura, si vede costretto a invadere la ragnatela di un altro ragno più giovane. Non tutti i ragni tessono ragnatele. Il thomisus o ragno granchio, così chiamato per via delle zampe arcuate, si tiene pronto a mordere un insetto ignaro, posandosi sopra un fiore e cambiando colore per adattarsi all'ambiente. La licosa s'avventa sulla preda con una velocità tremenda. Alcuni ragni sono creature piccolissime e sgambettanti. Quello più conosciuto è probabilmente la tarantola. Nonostante quel che si dice, il morso di questo ragno non è mortale per l'uomo, nei peggiori dei casi può provocare una lieve irritazione. I ragni veramente pericolosi per l'uomo sono quelli della familia dei teridi, come la famosa vedova americana. Il morso di questo ragno non è sempre proprio letale, ma è dolorosissimo.
lunedì 5 maggio 2008
Il mondo degli insetti
Degli insetti fanno parte animali come le farfalle, gli scarabei, i grilli, le libellule e le forbicine. Questi animaletti appartengono tutti alla grande famiglia degli artropodi, che hanno il corpo completamente racchiuso in una guina cornea. Si tratta praticamente di una specie di scheletro estern, abbastanza simile ad un'armatura provvista d'articolazione per consentire i movimenti. Osservando attentamente un insetto si nota che il suo corpo è diviso in tre parti, ha tre paia di zampette articolate e un paio di antenne. Per lo più sono forniti anche di due paia di ali. Molti associano agli insetti pure i ragni, i millepiedi, e altri animaletti striscianti e arrampicatori. Questi animali, pure appartengono agli artropodi, non concordano con la descrizione fatta per gli insetti. Fra l'altro sono provvisti di ali. Quindi vanno considerati insetti soltanto gli artropodi alati. Esistono tuttavia anche insetti privi d'ali, come quelli assai primitivi che vivono sul terreno, di cui fanno parte ad esempio le lepisme e le pulci.
Milioni di specie d'insetti
Nessuno sa esattamente quante specie d'insetti diversi esistono. Già se ne conoscono circa un milione e ogni giorno se ne scoprono di nuove. Vi sono più specie fra gli insetti che fra tutti gli animali messi assieme. Inoltre d'insetti ce n'è è un numero straordinariamente grande. Se si potessero radunare tutti gli insetti del mondo, si scoprirebbe che pesano più di tutti gli animali terrestri messi assieme. Pochissimi sono gli insetti che sono riusciti ad ambientarsi nel mare, ma in compenso sono in grado di vivere quasi ovunque sulla terra e nell'acqua dolce. Costituiscono certamente un gruppo di animali veramente grande. Ma cos'è che li rende tanto numerosi e tanto prosperi? Ovviamente li aiuta molto la loro abilità nel volo, che consente loro di propagarsi rapidamente in ogni luogo, come li aiuta la rapidità con cui si riproducono. Ma la ragione più importante del loro successo sta nelle piccole dimensioni dei loro corpi. L'insetto più grosso pesa appena 115g circa, ma per lo più sono molto più piccoli e alcune specie non si riesce a vederle senza la lente d'ingrandimento. Fra i più grandi ricorderemo gli insetti stecco, il cui corpo può raggiungere una lunghezza di 30 cm, oppure le falene dal corpo slanciato, ma con un'apertura d'ali di 30 cm.
La respirazione degli insetti
I piccoli corpi degli insetti sono condizionati in parte dal loro sistema respiratorio. Noi respiriamo immettendo ossigeno nei polmoni e trasportandolo poi in tutto il corpo col sangue. Gli insetti invece non hanno polmoni e respirano in un altra maniera. Lungo i fiacnhi del corpo dell'insetto si aprono dei piccoli fori chimati pori, facilmente visibili nei grossi bruchi. I pori immettono in minuscoli tubicini chiamati trachee, diffusi per tutto il corpo. Per rifornirsi d'ossigeno l'insetto deve filtrare l'aria attraverso questi tubicini, con un'operazione che risulta piuttosto lenta e sarebbe insufficiente per ossiggenare un animale superiore. Anche negli insetti più grossi si trovano raramente parti più profonde di un centimetro dalla parte esterna.
Alimentazione degli insetti
Le loro piuccole dimensioni rendono gli insetti atti ad abitare luoghi e da utilizzare provviste di cibo che non potrebbero nutrire animali più grandi. Molti inseetti passano la loro vita scavando gallerie tra la faccia superiore e quella inferiore delle foglie e noi ne rileviamo la presenza solo dalla comparsa di macchie scure sulla superficie delle foglie stesse. V'è un gruppo d'insetti, i quali passano la maggior parte della loro vita all'interno delle uova di altri insetti. Esistono ben poche sostanze che non vengono intaccate da questa o da quella specie d'insetti. Legno, sangue, peli, cera, concime e muffe sono alcune delle sostanze insolite di cui gli insetti si cibano insieme ad altri alimenti più comuni come piante e altri animali. La capacità di utilizzare tanti alimenti è un'altra delle ragioni per cui gli insetti appartengono a un gruppo d'animali tanto numeroso. Le loro bacche sono ben adattate alla prensione dei vari cibi. Gli scarabei e i grilli, che mangiano sostanze solide, posseggono mascelle robuste con le quali tagliare e masticare il cibo. Le farfalle e le falene, che succhiano il nettare dai fiori, hanno invece la bocca che si prolunga in una proboscide, atta ad essere insinuata nei fiori. Quando non è in funzione, la proboscide rimane arrotolata sotto la testa. Gli insetti ematofagi, come le pilci e le zanzare, sono provvisti di mascelle a forma di spillo che penetrano nella cute, formando un canaletto attraverso il quale fanno affluire il sangue alla bocca. Sono dotati d'una bocca simile anche gli insetti che suggono la linfa, come la mosca verde. Le mosche domestiche e le lucilie versano sugli alimenti un pò di saliva o altri succhi, per poi assorbirli coi labelli spugnosi.
Milioni di specie d'insetti
Nessuno sa esattamente quante specie d'insetti diversi esistono. Già se ne conoscono circa un milione e ogni giorno se ne scoprono di nuove. Vi sono più specie fra gli insetti che fra tutti gli animali messi assieme. Inoltre d'insetti ce n'è è un numero straordinariamente grande. Se si potessero radunare tutti gli insetti del mondo, si scoprirebbe che pesano più di tutti gli animali terrestri messi assieme. Pochissimi sono gli insetti che sono riusciti ad ambientarsi nel mare, ma in compenso sono in grado di vivere quasi ovunque sulla terra e nell'acqua dolce. Costituiscono certamente un gruppo di animali veramente grande. Ma cos'è che li rende tanto numerosi e tanto prosperi? Ovviamente li aiuta molto la loro abilità nel volo, che consente loro di propagarsi rapidamente in ogni luogo, come li aiuta la rapidità con cui si riproducono. Ma la ragione più importante del loro successo sta nelle piccole dimensioni dei loro corpi. L'insetto più grosso pesa appena 115g circa, ma per lo più sono molto più piccoli e alcune specie non si riesce a vederle senza la lente d'ingrandimento. Fra i più grandi ricorderemo gli insetti stecco, il cui corpo può raggiungere una lunghezza di 30 cm, oppure le falene dal corpo slanciato, ma con un'apertura d'ali di 30 cm.
La respirazione degli insetti
I piccoli corpi degli insetti sono condizionati in parte dal loro sistema respiratorio. Noi respiriamo immettendo ossigeno nei polmoni e trasportandolo poi in tutto il corpo col sangue. Gli insetti invece non hanno polmoni e respirano in un altra maniera. Lungo i fiacnhi del corpo dell'insetto si aprono dei piccoli fori chimati pori, facilmente visibili nei grossi bruchi. I pori immettono in minuscoli tubicini chiamati trachee, diffusi per tutto il corpo. Per rifornirsi d'ossigeno l'insetto deve filtrare l'aria attraverso questi tubicini, con un'operazione che risulta piuttosto lenta e sarebbe insufficiente per ossiggenare un animale superiore. Anche negli insetti più grossi si trovano raramente parti più profonde di un centimetro dalla parte esterna.
Alimentazione degli insetti
Le loro piuccole dimensioni rendono gli insetti atti ad abitare luoghi e da utilizzare provviste di cibo che non potrebbero nutrire animali più grandi. Molti inseetti passano la loro vita scavando gallerie tra la faccia superiore e quella inferiore delle foglie e noi ne rileviamo la presenza solo dalla comparsa di macchie scure sulla superficie delle foglie stesse. V'è un gruppo d'insetti, i quali passano la maggior parte della loro vita all'interno delle uova di altri insetti. Esistono ben poche sostanze che non vengono intaccate da questa o da quella specie d'insetti. Legno, sangue, peli, cera, concime e muffe sono alcune delle sostanze insolite di cui gli insetti si cibano insieme ad altri alimenti più comuni come piante e altri animali. La capacità di utilizzare tanti alimenti è un'altra delle ragioni per cui gli insetti appartengono a un gruppo d'animali tanto numeroso. Le loro bacche sono ben adattate alla prensione dei vari cibi. Gli scarabei e i grilli, che mangiano sostanze solide, posseggono mascelle robuste con le quali tagliare e masticare il cibo. Le farfalle e le falene, che succhiano il nettare dai fiori, hanno invece la bocca che si prolunga in una proboscide, atta ad essere insinuata nei fiori. Quando non è in funzione, la proboscide rimane arrotolata sotto la testa. Gli insetti ematofagi, come le pilci e le zanzare, sono provvisti di mascelle a forma di spillo che penetrano nella cute, formando un canaletto attraverso il quale fanno affluire il sangue alla bocca. Sono dotati d'una bocca simile anche gli insetti che suggono la linfa, come la mosca verde. Le mosche domestiche e le lucilie versano sugli alimenti un pò di saliva o altri succhi, per poi assorbirli coi labelli spugnosi.
mercoledì 30 aprile 2008
Filossera
Genere di Insetti Emitteri degli Afidi (Phylloxera) cui appartiene la Philloxera vastatrix, o fillossera della vite (nei sistemi moderni: Peritymbia vitisfolii). Originaria del Nord America, e ontrodotta in Francia intorno al 1860 con vitigni da la importati, ha arrecato notevoli danni ai vigneti europei. La filossera ha una metamorfosi che passa attraverso stradi vari e complicati. Si è, osservato, tuttavia, che le viti americane sono più resistenti e quindi, spesso, per difendersi dalla filossera si innestano le vite europee su barbatelle americane. Sono stati sperimentati anche altri metodi, quali le inniezioni di solfuro di carbonio nel terreno (ma in tale modo si provoca la distruzione delle piante circostanti). Nek 1888 l'Italia ha aderito alla convenzione di Berna, che organizza e disciplina la lotta antifilosserica.
venerdì 25 aprile 2008
Falchi
Uccelli rapaci diurni dell'ordine Accipitriformi, famiglia dei Falconidi. Hanno corpo tozzo, becco uncinato e zampe robuste con forti artigli. Assalgono a volo la preda. Se ne conoscono circa 60 specie. Si dà il nome di falconi alle specie di maggiori dimensioni. Il falcone (Falco peregrinus), oggi rarissimo, era molto usato nella caccia durante il Medio Evo. Altre specie sono il girifalco (falchi rusticulus), lo smeriglio (falco aesaton), il gheppio (falco linnunculus), ecc.
martedì 22 aprile 2008
Entomologia insetti
Branca della zoologia che studia gli Insetti, in riferimento alla loro classificazione ed alle molteplici relazioni, utili o dannose, che hanno con l'uomo. L'entomologia ha varie applicazioni pratiche nel campo medico ed agrario. Rami speciali dell'entomologia sono l'apicoltura e la bachicoltura. Le prime notizie scientifiche sugli insetti le troviamo nell'opera di Aristotele che ne studiò la metamorfosi. Nel Rinascimento scientifico si ebbero alcuni tentativi di classificazione ed alcune descrizioni. La nascita dell'entomologia come scienza si ha con Federico Cesi e Malpighi che furono tra i primi ad esaminare gli insetti al microscopio, mentre il Redi ne studiò con classiche esperienze la generazione. La riforma della classificazione attuata dal Linneo segna una nuova tappa nello studio dell'entomologia, che si è anche giovato delle volgarizzazioni dei Fabre. In età contemporanea ha assunto particolare importanza l'entomologia applicata, soprattutto nella difesa dagli insetti portatori di malattie, con il Grassi e il Berlese.
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lunedì 21 aprile 2008
Il dobermann
Il dobermann è una razza prodotta dall'allevamento tedesco. E' di taglia media, robusto e muscoloso. Grazie alle eleganti linee del suo corpo al suo portamento fiero ed eretto, al suo carattere pieno di temperamento, allo sguardo dall'espressione decisa, il dobermann corrisponde alla ideale figura di un cane dell'anatomia regolare.
Il suo colore è il nero, il marrone ed il blu con le rosse focature caratteristiche, il eplo è corto e lucente. Il pelo corto lo rende un gradito coinquilino. Egli è inoltre apprezzato per la incondizionata fedeltà verso il suo padrone e per l'incorruttibilità nei confronti degli estranei. Coraggio, equilibrio pschico (saldezza nervosa) e vigilanza sono altre sue qualità.
In base alla sue intelligenza, alla sue naturale acutezza e al suo ottimo olfatto, alla sua voglia di lavorare, al suo piacere al lavoro e alla sua obbedienza esso è adatto ad essere preparato e ben addestrato. Esso, quindi, si presta ad essere un cane da casa, da guardia, da compagnia, da difesa.
Il suo colore è il nero, il marrone ed il blu con le rosse focature caratteristiche, il eplo è corto e lucente. Il pelo corto lo rende un gradito coinquilino. Egli è inoltre apprezzato per la incondizionata fedeltà verso il suo padrone e per l'incorruttibilità nei confronti degli estranei. Coraggio, equilibrio pschico (saldezza nervosa) e vigilanza sono altre sue qualità.
In base alla sue intelligenza, alla sue naturale acutezza e al suo ottimo olfatto, alla sua voglia di lavorare, al suo piacere al lavoro e alla sua obbedienza esso è adatto ad essere preparato e ben addestrato. Esso, quindi, si presta ad essere un cane da casa, da guardia, da compagnia, da difesa.
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sabato 19 aprile 2008
Elefante africano indiano
Mammifero proboscidato dell'ord. degli Ungulati, che comprende le due specie Elephas indicus (Elefante indiano o asiatico) e Loxodonta africana (elefante africano). L'elefante indiano si differenzia da quello africano per la minore mole, le zanne più brevi, le orecchie più piccole. Ha 5 zoccoli alle zampe anteriori e 4 alle posteriori (nell'elefante africano sono rispettivamente 4 e 3). Vive principalmente in India, in Birmania e nella Malesia. L'elefante indiano può essere addomesticato, e rende all'uomo preziosi servigi perchè capace di sollevare grossi pesi con la proboscide. Una varietà dell'elefante indiano, dalla pelle molto chiara (l'È. albino o bianco) è considerato animale sacro nel Siam. L'elefante africano raggiunge anche i 5 m. di altezza; le zanne possono pesare fino a 100 kg. Abita l'Africa centro-meridionale, e non è addomesticabile; è in via di estinzione per la caccia spietata di cui è fatto oggetto, soprattutto per l'avorio delle zanne. L'elefante è completamente sviluppato solo a 30 anni. Allo stato libero vive fino a 150 anni. È un'animale timido e attacca gli altri animali o l'uomo solo per difendersi. È erbivoro e predilige i luoghi boscosi, ricchi di acque. Nell'antichità, gli elefanti indiani vennero impiega*' in Sierra. Alessandro Magno ne riportò circa 200 dalle sue spedizioni in India; contro i Romani li impiegarono Pirro, poi Annibale, e, per l'ultima volta, il re numida Giuba contro Giulio Cesare.
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lunedì 14 aprile 2008
Delfino
Mammifero della famiglia Delfinidi, Cetacei Odontoceti (Delphinus delphis). Comune in tutti i mari, ha corpo snello lungo fino a 2 metri, capo aguzzo con piccoli occhi e narici a sfiatatoio. Ha 2 pinne pettorali che fungono da estremita' anteriori, e una dorsale, che e' in effetti un'espansione cutanea. In branchi numerosi i delfino si avvicinano alle coste, o seguono le navi per cibarsi dei rifiuti che ne vengono gettati. Dal grasso del delfino si ricava un olio che e' utilizzato come ottimo lubrificante.
domenica 13 aprile 2008
Cetrioli mare oloturoidi oloturoidei
Gli Oloturoidi od Oloturoidei, detti anche cetrioli di mare, sono Echinodermi di forma allungata, cilindrica, con apertura boccale ed anale alle opposte estremità del corpo e con una corona di tentacoli circondante la bocca. Sono privi di braccia; presentano 5 solchi ambuìacrali con pedicelli talora assenti. Manca, o comunque è pochissimo sviluppato, il seno assile.
Caratteristiche esterne. La forma del corpo è tipicamente cilindrica, a forma di barilotto o vermiforme, spesso con tentacoli di varia forma o dimensione nella regione buccale. Esternamente è possibile vedere la simmetria pentaradiale dalla presenza di 5 ambulacri portanti i pedicelli. Molte Oloturie, però, che strisciano sul fondo su di un lato del corpo, mostrano una simmetria bilaterale più o meno pronunciata. Presentano infatti una superficie appiattita ventrale, detta suola, portante i pedicelli ambuìacrali, molto diversa quindi dalla superficie opposta dorsale munita di rilievi e di papille. Si può distinguere un bivio costituito da due ambulacri, fra i quali si trovano la gonade e Yidroporo, dorsali nelle forme appiattite, e un trivio costituito dagli altri 3 ambulacri che si trovano in posizione ventrale. I pedicelli contengono ciascuno un ramo del canale ambulacrale e terminano in una espansione cava che funziona da ventosa. In certe specie possono disporsi in 5 doppie serie eguali dall'apertura boccale a quella anale in corrispondenza dei 5 solchi ambuìacrali; possono anche trovarsi sparsi sulla superficie del corpo, od essere totalmente assenti, come si verifica negli Apodi.
Caratteristiche esterne. La forma del corpo è tipicamente cilindrica, a forma di barilotto o vermiforme, spesso con tentacoli di varia forma o dimensione nella regione buccale. Esternamente è possibile vedere la simmetria pentaradiale dalla presenza di 5 ambulacri portanti i pedicelli. Molte Oloturie, però, che strisciano sul fondo su di un lato del corpo, mostrano una simmetria bilaterale più o meno pronunciata. Presentano infatti una superficie appiattita ventrale, detta suola, portante i pedicelli ambuìacrali, molto diversa quindi dalla superficie opposta dorsale munita di rilievi e di papille. Si può distinguere un bivio costituito da due ambulacri, fra i quali si trovano la gonade e Yidroporo, dorsali nelle forme appiattite, e un trivio costituito dagli altri 3 ambulacri che si trovano in posizione ventrale. I pedicelli contengono ciascuno un ramo del canale ambulacrale e terminano in una espansione cava che funziona da ventosa. In certe specie possono disporsi in 5 doppie serie eguali dall'apertura boccale a quella anale in corrispondenza dei 5 solchi ambuìacrali; possono anche trovarsi sparsi sulla superficie del corpo, od essere totalmente assenti, come si verifica negli Apodi.
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Ricci di mare echinoidei o echinoidi
Gli Echinoidi, od Echinoidei, detti ricci di mare, hanno forma sferoidale, ovale o discoidale, con la superficie orale in basso, rivestiti di spine mobili impiantate su di un endo-scheletro formato da placche calcaree incastrate immobilmente le une con le altre.
Caratteristiche esterne. Gli Echinoidi vengono suddivisi in due gruppi principali: Regolari e Irregolari.
I primi, che sono i caratteristici ricci di mare, hanno forme globose od ovoidali e sono ricoperti di spine robuste la cui lunghezza varia secondo le specie. Oltre alle spine si notano sulla superficie esterna 5 doppie file di pedicelli, che si estendono dalla regione orale a quella apicale in perfetta simmetria pentaradiata. I pedicelli delimitano così 5 aree ambulacrali fra le quali si trovano le 5 aree interambulacrali, di solito più ampie di quelle ambulacrali. Sia le spine sia i pedicelli vengono usati dall'animale per la locomozione.
Nel centro della superfìcie orale si trova la bocca, circondata da un'area membranosa, il peristoma, che porta in prossimità dell'apertura buccale 5 paia di pedicelli corti, di solito privi di ventosa, e disposti a circolo, probabilmente di natura chemiorecettiva, che sono detti pedicelli buccoli o tentacoli orali. Tali pedicelli sono impiantati in placchette calcaree immerse nella membrana peristomale. La superficie del peristoma può essere più o meno nuda, ma di solito è provvista di piccole spine e pedicellarie. Al margine esterno del peristoma, nelle aree interambulacrali, si originano 5 paia di strutture cespugliose dette branchie, presumibilmente con funzione respiratoria. Tali formazioni, ed i pedicelli buccali, mancano nei Cidaridi.
Anche al polo aborale vi è un'area membranosa, il peri-procto, che di solito contiene placche scheletriche comunemente provviste di piccole spine e pedicellarie. L'ano è situato nel periprocto, in posizione centrale, oppure in posizione eccentrica. La parete del corpo è formata da placche incastonate immobilmente le une fra le altre, con l'eccezione di alcune specie. Le placche, che formano quindi un endoscheletro continuo, detto teca, sostengono le spine. L'asse di simmetria è compreso fra la bocca e il centro del periprocto.
Caratteristiche esterne. Gli Echinoidi vengono suddivisi in due gruppi principali: Regolari e Irregolari.
I primi, che sono i caratteristici ricci di mare, hanno forme globose od ovoidali e sono ricoperti di spine robuste la cui lunghezza varia secondo le specie. Oltre alle spine si notano sulla superficie esterna 5 doppie file di pedicelli, che si estendono dalla regione orale a quella apicale in perfetta simmetria pentaradiata. I pedicelli delimitano così 5 aree ambulacrali fra le quali si trovano le 5 aree interambulacrali, di solito più ampie di quelle ambulacrali. Sia le spine sia i pedicelli vengono usati dall'animale per la locomozione.
Nel centro della superfìcie orale si trova la bocca, circondata da un'area membranosa, il peristoma, che porta in prossimità dell'apertura buccale 5 paia di pedicelli corti, di solito privi di ventosa, e disposti a circolo, probabilmente di natura chemiorecettiva, che sono detti pedicelli buccoli o tentacoli orali. Tali pedicelli sono impiantati in placchette calcaree immerse nella membrana peristomale. La superficie del peristoma può essere più o meno nuda, ma di solito è provvista di piccole spine e pedicellarie. Al margine esterno del peristoma, nelle aree interambulacrali, si originano 5 paia di strutture cespugliose dette branchie, presumibilmente con funzione respiratoria. Tali formazioni, ed i pedicelli buccali, mancano nei Cidaridi.
Anche al polo aborale vi è un'area membranosa, il peri-procto, che di solito contiene placche scheletriche comunemente provviste di piccole spine e pedicellarie. L'ano è situato nel periprocto, in posizione centrale, oppure in posizione eccentrica. La parete del corpo è formata da placche incastonate immobilmente le une fra le altre, con l'eccezione di alcune specie. Le placche, che formano quindi un endoscheletro continuo, detto teca, sostengono le spine. L'asse di simmetria è compreso fra la bocca e il centro del periprocto.
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Molluschi Selenogastri aplacofori
Questi Molluschi, detti pure Aplacofori (per alcuni Autori, una classe), non superano i 2 cm di lunghezza, hanno aspetto vermiforme cilindrico ed una colorazione giallastra. Sono privi di conchiglia, ma con mantello ben sviluppato, che secerne spicole calcaree. Il piede è estremamente ridotto o addirittura mancante. Nelle forme in cui è presente consiste in una sottile piega longitudinale che inizia da una fossetta ciliata postbuccale e che corre lungo la faccia ventrale in un solco formato dalle pieghe palleali laterali che si avvicinano ventralmente. Le specie del genere Chaetoderma, che mancano di piede, presentano il corpo cilindrico, completamente rivestito dal mantello. La bocca, situata all'estremità anteriore, può essere munita o no di radula; l'ano si apre in una cavità cloacale posteriore.
Insetti farfalle lepidotteri
I Lepidotteri (dal greco sono uno dei cinque ordini più vasti della classe degli Insetti; non esiste alcun conteggio completo delle specie note, ma si stima che fino ad oggi ne siano state descritte circa 120 000. Essi vivono pressoché in ogni ambiente ove esistono piante, essendo nella generalità fitofagi allo stato di larva. Il maggior numero di specie di Lepidotteri si rinviene nelle regioni tropicali, tuttavia certe entità possono raggiungere anche le regioni dell'estremo nord, mentre altre si rinvengono sui massicci montuosi anche a notevoli altitudini (fino a 6000 m sull'Himalaia).
Le caratteristiche principali dell'ordine consistono nelle ali ricoperte da squamette embricate (cui si debbono i colori spesso smaglianti di molte specie, nonché i disegni) e nell'apparato boccale succhiatore di costituzione particolare.
Presentano metamorfosi completa (olometaboli) con larve generalmente polipode cruciformi.
Sono Insetti terrestri (solo poche specie sono acquaiole od acquatiche) ed hanno dimensioni (apertura alare) che possono oscillare dai 3 mm circa di alcune Nepticula ad oltre 300 mm di certi Papilionidi (Ornithoptera).
Le caratteristiche principali dell'ordine consistono nelle ali ricoperte da squamette embricate (cui si debbono i colori spesso smaglianti di molte specie, nonché i disegni) e nell'apparato boccale succhiatore di costituzione particolare.
Presentano metamorfosi completa (olometaboli) con larve generalmente polipode cruciformi.
Sono Insetti terrestri (solo poche specie sono acquaiole od acquatiche) ed hanno dimensioni (apertura alare) che possono oscillare dai 3 mm circa di alcune Nepticula ad oltre 300 mm di certi Papilionidi (Ornithoptera).
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Migrazione delle cavallette
Gregarismo e migrazione delle cavallette
E' ben noto fin dalla più remota antichità che determinate specie di cavallette ad un certo momento formano sciami costituiti da un numero sterminato di individui che si spostano al suolo se si tratta di neanidi e ninfe, al volo se si tratta di adulti, compiendo, per effetto del loro numero e della loro voracità, distruzioni disastrose della vegetazione e provocando danni gravissimi alle colture. Il fenomeno biologico, proprio degli Acridoidei, è stato compreso in grandi linee nella sua genesi e nella sua estrinsecazione soltanto in questi ultimi quaranta anni, da quando cioè il noto acridiologo B. P. Uvarov enunciò la sua « teoria delle fasi », mostrando che gli individui delle specie migratrici in determinati periodi manifestano, fin dallo stadio di neanide, la tendenza ad aggregarsi in grandissimo numero e che il passaggio dalla fase solitaria a quella gregaria ha luogo con gradualità, accompagnata da apprezzabili mutamenti morfologici, cromatici, fisiologici ed etologici, che possono attuarsi anche attraverso più generazioni. Tali mutamenti in certe specie sono tanto significativi che prima della scoperta della esistenza di questo tipo di polimorfismo le due fasi estreme di ciascuna specie venivano considerate come due specie diverse, una migratrice e l'altra no.
I numerosi studi condotti a tale proposito hanno permesso di stabilire che molte specie di Ortotteri hanno la tendenza al gregarismo e che questo si manifesta con vari gradi di intensità, sfociando nella migrazione soltanto in un numero limitato di specie di Acridoidei: Locusta migratoria (Europa, Asia, Africa tropicale), Schistocerca gregaria (Africa, Asia occ), Schistocerca paranensis (America meridionale), Locusta pardalina (Africa meridionale), Nomadacris septemj'asciata (Africa centrale), Melanoplus mexicanus (America centrale).
In Italia esistono due specie di cavallette con elevato istinto gregario ma che non compiono che limitate migrazioni e soltanto al suolo, anche da adulte: esse sono il Calliptamus italicus ed il Dociostaurus maroccanus, alle quali si può aggiungere la Locusta migratoria che da noi non raggiunge mai completamente la fase gregaria. Ciononostante i danni che esse producono, specialmente nell'Italia meridionale, Sicilia e Sardegna, sono molto rilevanti.
E' ben noto fin dalla più remota antichità che determinate specie di cavallette ad un certo momento formano sciami costituiti da un numero sterminato di individui che si spostano al suolo se si tratta di neanidi e ninfe, al volo se si tratta di adulti, compiendo, per effetto del loro numero e della loro voracità, distruzioni disastrose della vegetazione e provocando danni gravissimi alle colture. Il fenomeno biologico, proprio degli Acridoidei, è stato compreso in grandi linee nella sua genesi e nella sua estrinsecazione soltanto in questi ultimi quaranta anni, da quando cioè il noto acridiologo B. P. Uvarov enunciò la sua « teoria delle fasi », mostrando che gli individui delle specie migratrici in determinati periodi manifestano, fin dallo stadio di neanide, la tendenza ad aggregarsi in grandissimo numero e che il passaggio dalla fase solitaria a quella gregaria ha luogo con gradualità, accompagnata da apprezzabili mutamenti morfologici, cromatici, fisiologici ed etologici, che possono attuarsi anche attraverso più generazioni. Tali mutamenti in certe specie sono tanto significativi che prima della scoperta della esistenza di questo tipo di polimorfismo le due fasi estreme di ciascuna specie venivano considerate come due specie diverse, una migratrice e l'altra no.
I numerosi studi condotti a tale proposito hanno permesso di stabilire che molte specie di Ortotteri hanno la tendenza al gregarismo e che questo si manifesta con vari gradi di intensità, sfociando nella migrazione soltanto in un numero limitato di specie di Acridoidei: Locusta migratoria (Europa, Asia, Africa tropicale), Schistocerca gregaria (Africa, Asia occ), Schistocerca paranensis (America meridionale), Locusta pardalina (Africa meridionale), Nomadacris septemj'asciata (Africa centrale), Melanoplus mexicanus (America centrale).
In Italia esistono due specie di cavallette con elevato istinto gregario ma che non compiono che limitate migrazioni e soltanto al suolo, anche da adulte: esse sono il Calliptamus italicus ed il Dociostaurus maroccanus, alle quali si può aggiungere la Locusta migratoria che da noi non raggiunge mai completamente la fase gregaria. Ciononostante i danni che esse producono, specialmente nell'Italia meridionale, Sicilia e Sardegna, sono molto rilevanti.
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Insetti Blattodei
E' un ordine di insetti Pterigoti di antica origine, molto primitivo, che fino ad oggi si è poco diversificato, mantenendosi abbastanza omogeneo nelle sue caratteristiche: esso comprende le specie note comunemente come « scarafaggi », alcune delle quali, legate all'uomo, si sono diffuse ovunque divenendo cosmopolite. Ma oltre a queste, soprattutto nelle regioni subtropicali e tropicali, esistono numerosissime specie che vivono nei cespugli, nella lettiera di foglie secche che ricopre il suolo delle foreste, sotto i sassi. Molte specie sono capaci di volare e compiono brevi voli soprattutto di notte ed al crepuscolo; tali abitudini di vita sono dovute al fatto che si tratta di specie lucifughe e per la maggior parte igrofile.
Anche la forma generale del corpo, fortemente depressa ed il capo, tenuto ripiegato e nascosto sotto il pronoto, nonché la cuticola liscia priva di rilievi, rappresentano adattamenti a tale genere di vita. Alcune specie attere, come alcuni Perisferidi, sono capaci di appallottolarsi come fanno alcuni Isopodi terrestri ed i Glo-meridi. Anche i colori sono generalmente poco vivaci, da ocraceo a bruno o nero, ma non mancano specie o totalmente bianche, o con colori molto accesi, perfino metallici, e con disegni ben contrastati.
Le specie sono di norma di medie e grandi dimensioni, da 3 mm a 10 cm: le specie più grandi sono le Mega-lolabatta dell'America centrale.
Anche la forma generale del corpo, fortemente depressa ed il capo, tenuto ripiegato e nascosto sotto il pronoto, nonché la cuticola liscia priva di rilievi, rappresentano adattamenti a tale genere di vita. Alcune specie attere, come alcuni Perisferidi, sono capaci di appallottolarsi come fanno alcuni Isopodi terrestri ed i Glo-meridi. Anche i colori sono generalmente poco vivaci, da ocraceo a bruno o nero, ma non mancano specie o totalmente bianche, o con colori molto accesi, perfino metallici, e con disegni ben contrastati.
Le specie sono di norma di medie e grandi dimensioni, da 3 mm a 10 cm: le specie più grandi sono le Mega-lolabatta dell'America centrale.
Insetti oligoentomati
Comprende soltanto un ordine (Collemboli) ed è costituita da specie primitivamente attere, con addome di 6 segmenti e provvisto di 3 appendici che non hanno funzioni connesse con la riproduzione. Le uova sono telolecitiche e la segmentazione, caso unico tra gli Insetti, è di tipo combinato, vale a dire comincia come nelle uova oloblastiche e prosegue superficiale. Insetti ametaboli che presentano mute anche dopo aver raggiunto lo stato adulto.
Alcuni Autori, partendo dal principio che, fra gli Artropodi, la presenza di 6 zampe non è sufficiente per classificare il gruppo tra gli Insetti, e che i Collemboli hanno diversi punti di contatto con i Chilopodi, elevano a classe la sottoclasse degli Oligoentomati, come pure quelle successive dei Mirientomati e dei Polientomati, ma tale modo di vedere non è accettato dalla maggioranza degli entomologi.
Alcuni Autori, partendo dal principio che, fra gli Artropodi, la presenza di 6 zampe non è sufficiente per classificare il gruppo tra gli Insetti, e che i Collemboli hanno diversi punti di contatto con i Chilopodi, elevano a classe la sottoclasse degli Oligoentomati, come pure quelle successive dei Mirientomati e dei Polientomati, ma tale modo di vedere non è accettato dalla maggioranza degli entomologi.
sabato 12 aprile 2008
Cucolo
Uccello rampicante dei Cuculidi (Cuculus canorus) dal corpo snello, lunga coda, di colore azzurro-cinerino superiormente e grigio sul ventre. Dal grido caratteristico (« cu-cu »), ripetuto a intervalli, gli e' derivato per onomatopea il nome. La femmina depone (4-6 volte l'anno) un uovo nel nido di altri uccelli insettivori. Il piccolo viene covato da questi, si nutre del loro cibo, poi scaccia gli ospiti e viene portato via dalla madre che frattanto ha ininterrottamente sorvegliato il suo sviluppo. E' uccello utile all'agricoltura perche' si ciba di bruchi e insetti dannosi.
giovedì 10 aprile 2008
Corvo
Genere di robusti Uccelli Passeracei, con piedi e becco scuri; comprende una decina di specie sparse ovunque. Il piu' grosso e' il corvo imperiale (Corvus corax), lungo circa 70 cm. e dal corpo completamente nero con riflessi violacei. Comuni in Europa (soprattutto in Sardegna) e nell'Asia settentrionale, i corvi vivono a coppie o in colonie nidificando nelle fessure delle rocce, o sugli alberi. Il piu' piccolo e' il corvo comune (corvo frugilegus). Ai corvi si attribuisce una innata furbizia; si nutrono generalmente di carne, ma anche di frutta e legumi, per cui sono considerati dannosi all'agricoltura.
martedì 8 aprile 2008
Cammello
Genere di mammiferi ruminanti della famiglia dei Camelidi. Ha pelo ruvido e lungo che si rinnova ogni anno, collo lungo e flessibile, piedi con due dita poggiati su una robusta suola. E' alto al garrese sui metri 2,30. E' molto resistente alla fatica ed alla sete (può restare fino a 3-4 giorni senza bere), per cui rende utili servizi all'uomo soprattutto nei deserti asiatici. Comprende due
specie: il cammello a due gobbe sul dorso (Camelus bactrianus), diffuso in Asia, e il cammello a una sola gobba, il dromedario.
specie: il cammello a due gobbe sul dorso (Camelus bactrianus), diffuso in Asia, e il cammello a una sola gobba, il dromedario.
Camaleonte
Ha capo poliedrico, dita prensili. Muove gli occhi l'uno indipendentemente dall'altro. Ha una lingua protrattile che proietta rapidissimamente sulla preda catturandola per mezzo di una secrezione vischiosa. Muta colore secondo l'ambiente (mimetismo). Vive nei paesi caldi (Africa settentrionale, Asia anteriore, Spagna meridionale) e comprende circa 80 specie, tra cui e' frequente nelle coste del Mediterraneo il camaleonte vulgaris.
lunedì 7 aprile 2008
Bufalo
Genere di mammiferi ruminanti e cavicorni {(bufalo), della sottofamiglia dei bovini. Il bufalo ha testa piu' tozza di quella del bue, fronte molto convessa e piccola giogaia. Ha un pelame bruno-rossiccio. La specie africana e' la piu' battagliera e la piu' pericolosa. Ve ne e' pero', anche una specie domestica di origine indiana, che da' carne e latte pregiati. Quest'ultima si alleva in Turchia, nella Penisola balcanica, in Ungheria e in Italia, dove fu importata dai Longobardi.
Bue
Gruppo di mammiferi ruminanti della famiglia dei Bovidi comprendente tre specie estinte (Bos primige-nius, Bos brachyceros e Bos front osus) e una specie vivente: Bos taurus. Propriamente e' detto bue il bue domestico che viene castrato affinché sia piu' docile nel lavoro dei campi ed ingrassi con maggiore facilita' se destinato alla macellazione. Ha corpo poderóso, testa grossa con corna cave, lisce, piu' o meno divergenti ed arcuate e di sviluppo piu' o meno grande a seconda delle razze; zampe piuttosto corte terminanti in quattro zoccoli di cui i due posteriori, atrofizzati, non basano per terra; giogaia sul collo e coda terminante in ciuffo seta loso. Ha pelame corto che varia dal bianco al bruno al nero pezzato, al grigio. Da giovane si dice vitello, da adulto se non castrato si dice toro. La femmina (vacca) e' alquanto piu' piccola, con corna e giogo molto meno sviluppati e produce grandi quantita' di latte. Tanto il bue quanto la vacca sono gli animali piu' preziosi per l'uomo; da essi si ricavano il latte la carne, la pelle e perfino i tendini ed il letame. Le numerosissime razze esistenti nel mondo appartengono tutte alla stessa specie e discendono in linea diretta dalie tre specie selvatiche estinte. Si possono comunque dividere a seconda dello scopo per cui vengono allevate, in animali da carne e da latte: valdostana, pezzata rossa austriaca, frisona, bretone; da carne e da lavoro: maremmana, charolaise, marchigiana, romagnola, pugliese, chianina, siciliana, modenese, piemontese; da latte: svizzera pezzata, alpina; da carne: reggiana, durham, devonshire, hereford. Secondo talune classificazioni, farebbero parte del gruppo dei Buoi anche il Gayal, il Yak e lo Zebu' (Bos indicus).
lunedì 17 marzo 2008
Itinami
Gli appartenenti allla famiglia dei tinamidi sono gli unici rappresentanti dell'ordine dei tinamiformi. Sono uccelli diffusi in tutta l'America centrale e meridionale a partire dal Messico meridionale. Le quarantasei specie vengono raggrupate in nove generi e comprendono il Crjpturellus Variegatus del Bacino dell'Amazonia; la Nothocrocta Ornata, presente in Peru' Cile e Argentina; il Tinamo di Bonaparte Nothocercus Bonapartei delle montagne settentrionali del Sud America; la Martinetta, Eudromia Elegance, della Pampa Argentina; il Tinamus Maggior, diffuso dal Messico meridionale fino alla Bolivia.
Struzzo
Gli struzzi sono creature estremamente diffidenti e questo atteggiamento e' facilmente comprensibile in quanto essi devono sopravvivere nella savana africana, territorio frequentato da molti predatori. Come conseguenza sono molto sospettosi, anche nei confronti dei naturalisti che vogliono osservarli e, appena si accorgono che qualcosa e' fuori posto, fugguno correndo nella pianura. Fino a poco tempo fa le nostre conoscenze sulla vita degli struzzi erano frammentarie basate soprattutto sull'osservazione degli uccelli allevati in cattivita'. Per avere un idea di come vivevano gli struzzi allo stato libero, era necessario trovare il modo per venderli senza essere visti. Due zoologi che hanno lavorato in Africa sud orientale lo hanno trovato fissando il loro territorio all'interno di un filo termitaglio.
mercoledì 13 febbraio 2008
Epagneul picard
Misura da 55 a 60 cm. Pelo grosso, non sericeo, più fine alla testa, leggermente ondulato sul corpo. Mantello grigio, moschettato, con macchie marroni sulle diverse parti del corpo, assai spesso con focature alla testa ed alle zampe. Cranio rotondo e largo; apofisi occipitale ben pronunciata, parietali piatti, caduta fronto-nasale obliqua e non ad angolo retto, naso bruno, orecchie attaccate piuttosto basse, iquidranti bene la testa, con bel pelo ondulato. Petto profondo, abbastanza largo, ben disceso. Dorso di media lunghezza. Coda non attaccata alta e formante due curve: l'una convessa e l'altra concava, non troppo lunga e fornita di bella frangia. E' un cane di buona taglia denotante forza, ben raccolto. Possiede membra forti e nervose. Fisionomia dolce ed espressiva, portamento della testa gaio e pur importante.
martedì 12 febbraio 2008
Epagneul francese
Misura da 55 a 60 cm. Cranio arrotondato (come nell'epagneul breton), ma con testa più forte e un pò più lunga. Muso quadrato, tartufo marrone. Orecchie lunghe, piatte, larghe, inserite basse con frange. Petto profondo, ben disceso, torace profondo. Dorso di media lunghezza. Coda piuttosto lunga, leggermente ricurva, ricca di pelo e frangia. Pelo grosso, opaco lungo e piatto sul corpo, corto e fine alla testa, ondulato alle orecchie, alle zampe e sotto i fianchi ove forma frange. Il colore è sempre bianco e marrone. E' un ottimo cane da ferma, forte, simpatico, buon nuotatore, resistente, intelligente.
Epagneul di Pont Audemer
Misura da 52 a 58 cm. Si differenzia dall'epagneul picard, specialmente per il suo pelo ricciuto e per un ciuffo caratteristico sul cranio. Il colore del matello è marrone e grigio di preferenza, raramente marrone e bianco o tutto marrone. E' particolarmente adatto per la caccia in acque profonde, non meno dell'Irish water spaniel, da cui proviene. E' intelligente, resistentissimo, rustico, dotato di ottimo olfatto ed è di qualità venatorie eccellenti.
Epagneul breton
Altezza: massima 51, minima 46 cm; ideale per i maschi da 48 a 50; per le femmine da 47 a 49 cm. Pelo sul corpo fino e senza eccesso e piuttosto piatto o molto leggermente ondulato. Mantello bianco e nero, tricolore o roanato con uno di questi colori. Cranio di media lunghezza, arrotondato. Orecchie piantate piuttosto alte, piuttosto corte che lunghe, leggermente arrotondate, poca frangia, benchè l'orecchio sia ben guarnito di pelo ondulato. Torace profondo, dorso corto, groppa leggermente sfuggente. Coda diritta o pendente, se il cane non ne è privo; sempre corta, all'incirca 10 cm, sovente un pò torta e terminante con un ciuffo di pelo. Anche da noi, da non molti anni, l'epagneul breton ha saputo accattivarsi generali simpatie nel campo dei cacciatori ed ha raggiunto pertanto una non indiffernte diffusione. E non è questa da considerarsi una mania quale la moda può far insorgere: evidentemente le qualità del breton sono tante e tutte buone, per cui moltissimi sono coloro che se lo scelgono come compagno e ausiliare nella caccia. Tra l'altro è un cane assai poco ingombrante e per le sue dimensioni non rilevanti e per la sua obbedienza e docilità, priva di esuberanze. Meno veloce del setter e per contro abile su tutti i terreni, la sua cerca è larga, attiva, rapida, (è un galoppatore) e il suo naso è quanto mai fine. Adatto per ogni terreno e per ogni stagione, non è torto è stato chiamato da un autore francese: Il servo sognato in questi tempi di vita cara.
Epagneul blu di Piccardia
Misura da 57 a 60 cm bei maschi; le femmine un pò meno. Pelo piatto, non serico, nero e grigio melange, formante una tinta bluastra con macchie nere. Cranio piuttosto ovale, testa relativamente stretta, senza parietali appariscenti, apofisi occipitale leggermente rilevata; caduta fronto-nasale moderatamente accentuata. Orecchie attaccate basse sulla linea dell'occhio, abbastanza lunghe, un pò spesse e con leggerissima voluta. Petto di media profondità, dorsoe reni ben sostenuti. Groppa piuttosto discesa. La coda non deve sorpassare sensibilmente il garretto e soprattutto deve essere sprovvista di uncino.
Epagneuls francesi
Le origini vanno ricercate nell'antico bracco da quaglie che costituì una delle prime forme derivanti dall'incrocio preistorico il cane della torba ed il cane del bronzo, chiamata Canis familiaris intermedius. Quale sia stato il centro di formazione e di successiva diffusione non è dato con esatezza di sapere. Non pochi sono coloro i opinano che il bracco da quaglie provenga dalla Spagna e ciò giustificherebbe anche l'etimo di epagneul o spaniel. Dalla Spagna pertanto si sarebbe sparso in epoca relativamente vicina e particolarmente in Francia, in Inghilterra, in Germania: ognunadi queste nazioni si costruì progressivamente o per mezzo di selezioni od incroci altre razze con caratteristiche ben definite più o meno distanziantisi dal primitivo tipo. Avemmo così gli espagneuls francesi, gli spaniels inglesi ed il cane da ferma tedesco a pelo lungo, nonchè il wachtelhund. Anche il setter trova il suo progenitore nell'epagneul. Le forme nane diedero infine origine ai toy spaniels ed agli epagneuls nani continentali. Gaston Phoebus, conte di La Foix, afferma che l'epagneul venne introdotto in Francia dalla Spagna verso la fine del XVI secolo. Addestrato a coricarsi tutte le volte che il suo fiuto percepiva vicina la selvaggina piumata (era anche denominato chien d'oysel) veniva utilizzato per la caccia alla rete, ove il cacciatore, alla vista del cane accovacciato nella caratteristica posa, ricopriva con la rete cane e selvaggina.
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domenica 10 febbraio 2008
Dunker
Cane da caccia scandinavo (origine norvegese). Misura da 47 a 55 cm al garrese. Ha pelo aderente, serrato, duro. Il mantello è caratteristico: grigio con marmorizzature più scure o nere (arlecchino), macchia bianca alla testa, al collo, alle estremità degli arti. E' un cane forte, ma non pesante, abilissimo in caccia.
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Driver (Dauchsbracke)
Cane da caccia, razze da seguito, di origine svedese. Misura, nei maschi da 32 a 40 cm con una media di 36; nelle femmine da 30 a 38 cm, media 34. Ha pelo liscio, piatto, fitto, aderente, con legerissime frange sotto la coda.Sono ammessi tutti i colori uniti al bianco. E' un cane piccolo, piuttosto lungo, orecchie ricadenti, coda lunga e forte. Il cranio, largo tra le orecchie, va assomigliandosi verso la punta del naso. Stop appena segnato e canna nasale con profilo superiore leggermente montonino.
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Drentse patrijshond
Cane da caccia, razze da ferma continentali, di origine olandese. Misura da 55 63 cm ed ha molta rassomiglianza con il cane da ferma tedesco a pelo lungo (Langhaar), ma ha testa più corta e leggera. Ha pelo di media lunghezza, più lungo al collo ed al petto, alle orecchie, arti, coda ove forma frange. E' di colore bianco con macchie brune o arancio.
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Dogue di Bordeaux
Cane di utlità, razze da guardia, di origine francese. Misura da 58 a 66 cm al garrese; le femmine un pò più piccole. Peso: soggetti grandi (dogue), maschi al di sopra dei 45 kg; femmine al di sopra dei 40. Soggetti medi (doguin), maschi da 38 a 45, femmine dai 35 ai 40. Il pelo è fine e corto, di color mogano, fulvo, dorato, carbonato. Sono ammesse macchie bianche non estese. Ha testa voluminosa d'espressione e carattere particolare, larga, ed il contorno corrisponde pressapoco in cm all'altezza al garrese per i maschi. Orecchie piccole: la base davanti è un pò rilevata ma esse debbono ricadere e sono di colore un pò più scuro del mantello. Petto possente, profondo, soprattutto largo, discendente più in basso del gomito. La circonferenza toracica deve corrispondere all'altezza al garrese aumentata di 25-30 cm. Dorso largo. Il dogue di Bordeaux non è un gigante della specie canina, ma un colosso possentemente ben fatto, d'insieme armonico, molto muscoloso, piuttosto basso. Il suo aspetto è quello di temibile atleta tozzo, muscoloso, imponente e fiero.
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Doberman
Cane di utilità, razze da difesa, di origine tedesca. L'altezza misurata da terra al garrese, è di 68 cm nei maschi con un massimo di 70 cm; nelle femmine da 63 a 66, con un massimo di 67 cm. Il pelo, è corto, duro e folto, aderente e liscio; nero, marrone scuro, oppure blu, in ogni caso con focature rosso ruggine, severamente limitate e pulite. La testa di dobermann deve emergere ben marcamente dal collo; vista di profilo e dall'alto assomiglia a un lungo tronco di cono. Il dorso è corto, e forte. Il garrese deve essere fortemente marcato, particolarmente nei maschi, e deve determinare mediante la sua altezza e lunghezza l'inclinazione della lina della schiena, scendente verso la groppa. Il dobermann è un cane di taglia media e di struttura forte e muscolosa. Per la linea elegante del suo corpo, per il portamento orgoglioso ed eretto, per il carattere pieno di temperamento ed infine per la decisa espressione, esso corrisponde al tipo ideale al cane di anatomia normale. La sua struttura appare quasi quadrata particolarmente nei maschi. E' un cane fedele senza paura, con una costituzione nervosa, solida. E' un buon guardiano ed è coraggioso. E' di facile addestramento per la sua intelligenza per sua indole naturale di guardia. Per il suo ottimo fiuto, per la sua voglia di lavorare e per la sua obbedienza, è molto come un cane da casa, da accompagnameto, da guardia e, comunque, di uso normale.
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venerdì 8 febbraio 2008
Cane dingo australiano
Cane di utilità, razze da gregge. Il Dingo ha conversato i caratteri del cane primitivo (pare presente in Australia 8000 a.C) e gli antichi agricoltori ne fecero in epoche remotissime il proprio ausiliario. Ritornato allo stato selveggio, vive tutt'ora in branchi. Ottimo guardiano (il soggetto riaddomesticato e riutilizzato) è raramente impiegato perchè molti soggetti tendono ad aggredire le pecore. Ha pelo duro dal giallo al rossiccio, più scuro sul dorso, oppure nero, bianco, crema, tigrato. E' un dolicomorfo e misura in media 56 cm (l'altezza varia a seconda della latitudine).
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Cane deutscher wachtelhund
Cane da caccia, razze da cerca, di origine tedesca. E' simile al cane da ferma tedesco a pelo lungo (Langbaar), ma più allungato e basso sulle zampe. Il pelo è lungo, grosso, non serico; ondulato con frange, unicolore o roano marrone. Misura dai 43 ai 54 cm al garrese.
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Cane dalmata
Cane di utilità, razze da guardia. Misura nei maschi dai 55 a 60 cm; femmine da 50 a 55 cm. Peso da 23 a 25 kg circa. Pelo corto, denso aderente, liscio e lucido. Il colore e le macchiettature sono fattori della massima importanza. Il colore base in ambedue le varietà sarà bianco molto unito e puro. Nella varietà macchiettata di nero le macchie saranno il più scuro possibili; nella varietà macchiettata fegato, saranno bruno fegato. Tali macchie non dovranno mai mescolarsi tra di loro, ma rotondeed il più possibile definite, di grandezza da due e tre cm di diametro; sul capo, muso, orecchie, arti, coda ed estremità, saranno più piccole di quelle del corpo. La testa, di buona lunghezza, ha cranio piatto, piuttosto largo fra le orecchie con un salto fronto-nasale di media entità. Orecchie inserite piyttosto alte, di media grandezza, portate aderenti al cranio con macchie il più abbondantemente possibile. Petto non troppo largo, ma disceso e capace. Coda non troppo lunga, robusta all'attacco, va assottigliandosi verso la punta ed elegantemente portata, leggermente arcuata verso l'alto e mai arrotolata; molto macchiata. E' un cane somigliante nel complesso al pointer, forte e ben simmetrico, resistente alle fatiche. Malgrado al nome non è originrio della Dalmazia. E' anche chiamato piccolo danese o bracco del Bengala.
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giovedì 7 febbraio 2008
Cane collie barbuto
Cane di utilità, razze da gregge, di origine inglese. Malgrado il nome, è ben diverso dal collie propriamente detto. Misura da 45 a 50 cm. Ha pelo duro, forte, ruvido, scarso sulla canna nasale, in contrasto con la barba ruvida che scende da ambo i lati. Il colore è di preferenza lavagna o fulvo rissiccio o anche nero e tutte le gradazioni di grigio, bruno e sabbia. E' un cane vivace, robusto, di aspetto non pesante.
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Cane cirneco dell'etna
Cane da caccia, razze da cerca, di origine italiana. Misura da 46 a 52 cm e pesa da 10 a 12 kg bei maschi; da 42 a 46 cm e da 8 a 10 kg nelle femmine. Ha mantello fulvo unicolore (isabella, sabbia, ecc.), fulvo e bianco (in questo caso lista bianca alla testa, lista bianca al petto, piedi bianchi , punta della coda bianca ventre bianco. E' tollerato il mantello bianco unicolore o con macchie arancio. Testa dolicocefala, stop poco pronunciato, canna nasale rettilinea, tartufo voluminoso, marrone o carnicino. Tollerato il naso color marrone molto scuro nel manto fulvo scuro, ma mai nero. Orecchie a forma triangolare, portate erette, ben rigide con la punta stretta e tendente ad un leggero rovesciameto all'indietro. E' un levrieroide con ventre asciutto e retratto, coda inserita in basso, piuttosto grossa e uniforme in tutta la sua lunghezza, portata a scimitarra in riposo, a tromba sulla groppa, quando il cane è attento. La conformazione generale del cineco è quella di un sub-dolicomorfo, il cui tronco sta nel quadrato, armonico rispetto al formato (eterometria) e leggermente disarmonico relativamente ai profili (alloidismo). Cane vivace, luggermente costrutto, fornito di ottimo olfatto e di grande resistenza.
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Cane chow -chow
Cane di utilità, razze da guardia, di origine asiatica. Altezza 45 cm circa. Cranio largo, piatto, muso di lunghezza moderata, labbra spesse e larghe. Occhi piccoli e scuri. Orecchie piccole, erette, leggermente arrotondate alla sommità. Pelo folto, lungo e diritto di colore nero, fulvo, rosso, blu, crema e bianco. La lingua e le mucose visibili sono nere bluastre (violacee). Coda rovesciata sul dorso con molto pelo. Questo cane da compagnia e da guardia proviene dalla Cina e dal Tibet dove esiste da secoli ed ove la sua carne è molto apprezzata. Ha aspetto leonino con portamento fiero e dignitoso. Robustissimo, è un ottimo guardiano. In esposizione vengono suddivisi in : a) neri; b) di altri colori.
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Cane chihuahua
Cane da compagnia, di origine messicana. Non molti cani di piccola taglia possono paragonarsi al chihuahua; classificato come cane da salotto, possiede tutta la grazia dello scherzo e la leggerezza del terrier. Come cane da guardia è sempre bene all'erta e in libertà ama cacciare per proprio conto scoiattoli ed altri piccoli rosicanti. Si interessa sempre molto di quanto succede vicino a lui, e quando si sia quadagnata la sua fiducia, è fedele fino alla morte. E' forse la razza più piccola che esista; gli esemplari adulti che pursino meno di un kg, non sono rari. Ha testa rotonda, a forma di mela, occhi leggermente prominenti, neri, marroni, rubino oppure blu. Orecchie erette, larghe alla base e ben scartate fra loro. Coda sottile, non troppo lunga, ricurva sul dorso. Pelo corto fitto e lucente, di colore bianco, crema, fulvo o marrone, cioccolato, blu acciaio, fulvo argentato, per i soggetti più pregiati, ma sono ammessi tutti i colori. Esiste anche (rara) una varietà a pelo lungo. Pesa da 2 a 6 libbre(da 0,900 a 2,600 kg) pur essendovi alcuni soggetti che raggiungono i tre chili.
Cane chambry
Cane da caccia, razze da seguito, di origine francese. Misura da 58 a 70 cm. Ha pelo raso, mantello bianco e fulvo pallido. Cane rustico, molto francese nel suo complesso a mantello bianco.
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Carlino
Cane di lusso, di origine francese. E' stato di grande moda sino alla fine dello scorso secolo in cui le eleganti signore parigine avevano speciale predilezione per questo piccolo cane dall'aria contrita e buffa. Pesa dai 2,700 ai 4,500 kg e misura, al massimo, 30 cm al garrese. Si tratta di un mastino ridotto a minime proporzioni. Ha pelo cortissimo, fine, di colore fulvo con maschera nera, oppure nero, giallastro, grigio e argento. Le orecchie sono completamente nere, il dorso reca una striscia nera che dalla nuca corre sino all'attacco della coda. E' robusto, compatto, vivace, affettuoso.
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